L’ultimo saluto della sua Castelvecchio a don Ruggero Bencivenni

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CASTELVECCHIO PASCOLI – La sua chiesa, quella dove praticamente ha officiato ed ha svolto la sua professione in quasi tutti i suoi 70 anni di sacerdozio, si è riempita stamattina per l’ultimo saluto a don Ruggero Bencivenni, rettore di Castelvecchio Pascoli che ci ha lasciato a quasi 94 anni il 10 gennaio scorso.

Chiesa piena e tanti fedeli anche fuori della chiesa ad attendere il momento dell’uscita del feretro, per dare l’ultimo saluto a quello che è stato il sacerdote di generazioni e generazioni di Castelvecchiesi, che ha accompagnato la vita e la crescita di tanta gente di Castelvecchio; che, come ha detto il sindaco Marco Bonini nel saluto al termine della funzion: “Ha fatto un percorso di vita insieme alla sua gente; in una Castelvecchio dove i ricordi che la comunità ha con don Ruggero  e di don Ruggero sono tanti. Una comunità –  ha detto ancora il sidnaco –  che oggi lo ringrazia e lo saluta per aver accompagnato la vita di tutti nella crescita non solo spirituale”

La messa è stata presieduta dal vescovo della Diocesi di Pisa, Giovanni Paolo Benotto e concelebrata da tanti sacerdoti che hanno svolto e svolgono la loro missione nelle parrocchie del vicariato. C’erano anche sacerdoti giunti da Pergola, il paese nelle Marche dove è nato don Bencivenni e che mai ha dimenticato.

Anche il Vescovo ha sottolineato che il suo dono di amore per Dio don Ruggero lo ha portato a servizio di Castelvecchio per quasi tutta la sua opera sacerdotale durata 70 anni: “La sua vita di sacerdote l’ha tutta vissuta qui;  con la stessa gente e nello stesso luogo; imparando con la sua gente,  in questa grande famiglia ad essere  gli uni parte degli altri”.

Oltre al vescovo, a tanti sacerdoti alle sorelle ed ai parenti di don Ruggero, come detto tanti castelvecchiesi, tanti parrocchiani che si sono anche commossi durante i ricordi del loro rettore nel corso della funzione. Da tutti loro, per il loro parroco, non è mancata una preghiera sentita, condita la consapevolezza di aver perso un pezzo importante della storia della Castelvecchio degli ultimi settanta anni.

 

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