“Il piano aziendale che ci ha presentato la Kme è assolutamente coinvolgente. E’ un piano che parte dall’abbattimento dei costi dell’energia fino all’aumento dell’attività produttiva così da andare ad aggredire nuove fette di mercato. Un piano che prevede di aumentare la produzione attuale, che è al 55% del potenziale, per portarla all’80% entro due anni. Difficile dire ‘no’ a un progetto che, a regime, prevede di recuperare l’occupazione del territorio, reintegrando i circa 80 operai che devono ancora rientrare in fabbrica e assumendone altri 50 circa, per un totale di oltre 130 assunzioni entro due anni da impiegare fra linea di produzione, termovalorizzatore e nel nuovo centro studi da realizzare all’ex Centro ricerche”.
Così Franco Borghini, Segretario Generale UIL Area Nord Toscana e Giacomo Saisi, Segretario UILM Area Nord Toscana a commento dell’incontro svoltosi venerdì sc xorso a Lucca tra KME e sindacati confederali. E’ stato insomma un incontro positivo per la Uil Toscana Nord quello avuto con i vertici di Kme. I due esponenti della UIL, confidano nella bontà della soluzione presentata da Kme garantendo al tempo stesso la massima attenzione sui prossimi passaggi che saranno cruciali e chiedendo anche un maggior coinvolgimento di tutte le parte, dalle organizzazioni sindacali alle istituzioni arrivando fino ai comitati dei cittadini:
“Per noi, sotto il profilo occupazionale e di rilancio industriale è difficile dire no a questo progetto – proseguono Borghini e Saisi -. Per quanto riguarda il rispetto dei valori delle emissioni del termovalorizzatore e della tutela ambientale non possiamo che affidarci ai controlli delle istituzioni preposte. Noi, per la nostra parte, certamente vigileremo. Chiediamo comunque all’azienda di coinvolgere maggiormente i cittadini, le istituzioni e i sindacati nei processi decisionali per il futuro e il bene dell’azienda e del territorio”. Per quanto riguarda il piano, poi, l’azienda prevede di ottenere “un risparmio di circa 10 milioni di euro e un rilancio produttivo con il recupero di tutte le maestranze. Quattro i punti cardine – proseguono i rappresentanti della Uil -: aumento dei volumi, recupero dell’occupazione, auto produzione dell’energia elettrica, creare un polo di economia circolante con il rilancio del Centro ricerche. Chiaramente la maggior parte di questo incontro è stata dedicata alla presentazione del progetto sull’auto produzione di energia elettrica che si basa sull’istallazione di un pirogassificatore che utilizzi come combustibile lo scarto delle cartiere (Pulper) e andrebbe a sostituire logisticamente e i due forni fusori che fino a qualche anno fa erano in funzione nello stabilimento ( Asarco, Thomas e poi successivamente Properzi). L’azienda a tenuto a precisare che il nuovo impianto avrà minori emissioni e un miglior impatto ambientale rispetto agli attuali forni a gas che già rientrano nei parametri di legge. Per il futuro di Kme produrre energia elettrica per i propri fabbisogni diventa di vitale importanza. Oggi in Italia i costi energetici sono molto più alti che nel resto di d’Europa, di questa situazione se ne avvantaggiano i competitor europei, quindi per riacquistare competitività sui mercati diventa imprescindibile ridurre i costi energetici. Riuscire a farlo sicuramente sarebbe economicamente vantaggioso e potrebbe riportare lo stabilimento a volumi di produzione molto importanti per tornare al periodo pre-crisi e anzi addirittura migliorati. Diamo quindi un giudizio positivo al piano e, in un ambito di condivisione con tutti i livelli istituzionali e sociali, crediamo che possa essere essenziale la sottoscrizione di un accordo specifico che responsabilizzi e impegni ognuno per la propria parte”.
Tag: piano industriale, uil, kme
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