FIRENZE – Sarà discussa in Consiglio regionale non prima del marzo 2019 la nuova legge sulle cave di marmo delle Alpi Apuane. E’ questo il timing previsto, dopo l’avvio delle consultazioni sulla proposta presentata dalla giunta di Enrico Rossi.
Una legge resa necessaria dalla sentenza della Corte costituzionale che a settembre 2016 aveva bocciato in parte la legge regionale 2015 nella parte relativa ai beni estimati, in cui revocava le cave agli storici proprietari conferendole ai Comuni. Illegittimo secondo la Consulta, perchè di competenza dello Stato.
Le modifiche interesseranno – tra le altre cose – la revisione delle modalità per autorizzare la coltivazione di siti estrattivi ma anche le autorizzazioni e concessioni esistenti. “Il confronto appena iniziato” – ha dichiarato il presidente della commissioni Ambiente Stefano Baccelli – “da il via ad un lavoro serio, fondato sulle priorità.”
Tra le osservazioni presentate c’è quella di Anci Toscana, che per voce del sindaco di Stazzema Maurizio Verona ha espresso la necessità di “riportare al centro i Comuni”. Sul distretto apuo-versiliese (che a detta del primo cittadino “non ha funzionato” ed è quindi auspicabile una “nuova marcia”) è stata avanzata la richiesta di inserimento di altri due Comuni (Pietrasanta e Montignoso). “Non ci sono siti estrattivi nei due territori ma c’è una forte spinta economica di settore” ha spiegato Verona.
La strada per fare ordine in un passaggio chiave per il comparto del marmo, il primo per estrazione in Italia, è ancora lunga.
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