Quella costruzione ancora in fase di realizzazione, edificvata all’interno dell’area della Rocca medievale di Sommocolonia, futuro punto di ristoro e museo del paese in ricordo della battaglia tra alleati americani, partigiani e milizie tedesche nell’ultimo conflitto mondiale, continua a far discutere la comunità locale e a dividere l’opinione pubblica in genere.
La localizzazione di un manufatto prefabbricato da alcuni ritenuto quanto meno “dozzinale” per non dire del tutto incongruo con l’ambiente circostante, appare per i suoi detrattori come una profanazione di un luogo ritenuto “sacro” per il ricordo di quanto avvenne e per la mancanza di rispetto ambientale del monumento storico stesso; divide quindi la comunità paesana e la comunità estera presente che nel paese è proprietaria ormai quasi dell’80% del patrimonio edilizio e soggiorna per diversi periodi dell’anno sia in estate che in inverno. In questi giorni una signora britannica, Andrea Vincenti, finanziatrice, come altri stranieri del paese, di parte del progetto del Museo, assidua frequentatrice di Sommocolonia, proprietaria con la famiglia di una abitazione all’interno del borgo storico, ha avuto una discussione con alcuni componenti della Associazione Ricreativa di Sommocolonia, promotrice del progetto del museo. Motivo: il risultato del tutto deludente, secondo la signora, della localizzazione del museo nell’area e del manufatto in sé ritenuto del tutto incongruo al luogo ed alle circostanze, tradendo le aspettative dei finanziatori e dei visitatori sconcertati.
Insomma è ormai appurato che la questione stoa creando dall’inizio dei lavori nel 2015, una tensione che minaccia la tranquillità dei residenti e dei villeggianti. Secondo la signora c’è bisogno di un intervento che possa “pacificare gli animi”. E’ per questo motivo che, ci ha fatto sapere, ha dato incarico a un team di architetti barghigiani di sua fiducia, Andrea Bernardini e Sergio Cosimini, per elaborare una proposta alternativa per risolvere la questione Museo. La squadra ha elaborato una soluzione progettuale tendente a ristabilire la salvaguardia dell’area della Rocca. Come? Con lo smontaggio della struttura prefabbricata che dovrà essere delocalizzata in un altro luogo ritenuto più idoneo sia da un punto di vista ambientale che logistico e realizzando al suo posto, presso la Rocca, un’area attrezzata didattica come museo all’aperto. La delocalizzazione dell’edificio dovrebbe avvenire in parte recuperando gli attuali elementi strutturali composti da elementi prefabbricati e comunque facilmente smontabili e rimontabili. Costo dell’operazione circa sei mila euro.
Ma quale area utilizzare per “rimontare” il museo? La soluzione sarebbe un terreno dietro il monumento ai Caduti di Monticino, in zona del tutto nascosta ma facilmente collegabile con il monumento ai Caduti esistente; su terreno che sarebbe cedibile gratuitamente, di facilissimo accesso meccanizzato e con la presenza di ampio parcheggio. Il gruppo si impegnerebbe a reperire tutti i finanziamenti necessari privati senza gravare su finanziamenti pubblici. I due architetti chiedono adesso un confronto con tutte le Autorità competenti con la comunità estera, con i paesani. L’obiettivo per loro è chiaro: abbandonare l’attuale progetto e trovare unità di intenti nell’appoggiare la nuova soluzione, riutilizzando i materiali strutturali già finanziati e non rendendo vano l’impegno economico già affrontato con i contributi dei residenti e del Comune. Il team degli Architetti incaricati dalla Signora Vincenti rimane a disposizione per ulteriori approfondimenti (andrea.bernardini@architettilucca.it o sergio.cosimini@gmail.com).
Che ne penserà di tutto questo l’Associazione Ricreativa Sommocolonia e l’altra parte del paese e dell’opinione pubblica, quella che invece appoggia il progetto? Domani cercheremo di leggere anche questa faccia dlela medaglia.
Luca
24 Agosto 2017 alle 10:40
R: Il museo contestato presso la rocca di Sommocolonia. Ora c’è proposta shock: “rimontiamolo da un’altra parte”
Forse con la mia interpellanza avevo visto giusto,salvaguardare un luogo della memoria,da una costruzione dii cui non discuto l’utilità,ma sicuramente la collocazione,e la progettualita,che pico si sposa con l’ambiente circostante.