Cambiamenti climatici, ecologia, economia, risorse del pianeta e ruolo della comunità: sono solo alcuni degli argomenti affrontati nella serata organizzata dal GAS Valle del Serchio alle sale parrocchiali di San Pietro in Campo. A condurre l’incontro un ospite di eccezione come Max Strata, che da oltre 25 anni si occupa a livello professionale di questioni ambientali nelle vesti di collaboratore di realtà come il WWF, parchi regionali e nazionali, amministrazioni locali, oltre ad essere impegnato nel settore della ricerca contro il cancro.
Strata ha ripreso i temi del proprio volume “Oltre il limite. Noi e la crisi ecologica”, rappresentando i pericoli odierni legati ai cambiamenti climatici, come l’aumento medio della temperatura globale di un grado nell’ultimo settantennio, la cui tendenza sta peggiorando nei tempi più recenti. Collegata alla evoluzione del cambiamento climatico è la presenza di anidride carbonica nell’atmosfera, quasi raddoppiata negli ultimi 800000 anni, precipuamente a causa delle attività umane. Ad esse è legato un altro importante argomento cioè il picco energetico del petrolio il cui uso domina il 90% dei trasporti e il 40% dell’energia primaria, e le cui attività di estrazione hanno superato il picco di produzione già da dieci anni. Una situazione non destinata a durare: a breve si dovrà affrontare il progressivo esaurimento di una fonte di energia a buon mercato (il costo del petrolio oggi è basso per il consumatore perché gli incentivi dei governi abbassano il costo reale del petrolio), dovuto anche alla crescente richiesta di questo bene. Quello che si prevede è una sorta di crollo traumatico altrimenti conosciuto come dirupo di Seneca, che affermava essere l’incremento tanto graduale, quanto precipitosa la rovina. Quello che ci attende se non facciamo nulla o se lo facciamo in modo sbagliato è un’era di scarsità.
Troppo spesso si pensa che ecologia e economia siano due cose separate, anche se accomunate dalla medesima radice, il greco oikos (casa). Non esiste una economia se non si tiene conto dell’ecologia: l’economia è fatta di beni prodotti dall’ecologia. L’umanità è la prima a compiere una serie di azioni che peggiorano la situazione: la deforestazione, i gas emessi nell’atmosfera, la compromissione della qualità generale di aria e acqua, l’acidificazione marina. L’EROEI, l’indice matematico che misura il ritorno energetico in base agli investimenti, ovvero il rapporto energia estratta/energia ricavata, nel campo petrolifero si sta abbassando nei decenni: dai 100:1 degli anni ’30 oggi siamo 3:1. Una volta finita la capacità di investimento si esaurirà questo tipo di attività. Anche la green economy non è una alternativa completamente valida perché da una parte le altre fonti energetiche hanno un rapporto EROEI bassissimo, e dall’altra per realizzare concretamente un sistema di energia alternativa comunque partiamo dal petrolio. Intraprendere una politica di progresso sostenibile come individui non è sufficiente: bisogna aderire comunitariamente e agire come collettività, come hanno già fatto alcune città estere come Bristol. Pratiche orizzontali – condivisone delle scelte – economia circolare – ecologia sociale sono i punti fermi di un sistema non egoreferenziale, dominato dalla logica non di sopraffazione ma di convivenza con le altre specie, come propugna anche Papa Francesco.
La serata si è conclusa con una attività di gruppo che ha visto la creazione di una proposta comunitaria, e con una cena condivisa al termine della quale al relatore è stato donato un bel cesto di prodotti a km 0, proveniente dal podere Ai Biagi.
Strata ha ripreso i temi del proprio volume “Oltre il limite. Noi e la crisi ecologica”, rappresentando i pericoli odierni legati ai cambiamenti climatici, come l’aumento medio della temperatura globale di un grado nell’ultimo settantennio, la cui tendenza sta peggiorando nei tempi più recenti. Collegata alla evoluzione del cambiamento climatico è la presenza di anidride carbonica nell’atmosfera, quasi raddoppiata negli ultimi 800000 anni, precipuamente a causa delle attività umane. Ad esse è legato un altro importante argomento cioè il picco energetico del petrolio il cui uso domina il 90% dei trasporti e il 40% dell’energia primaria, e le cui attività di estrazione hanno superato il picco di produzione già da dieci anni. Una situazione non destinata a durare: a breve si dovrà affrontare il progressivo esaurimento di una fonte di energia a buon mercato (il costo del petrolio oggi è basso per il consumatore perché gli incentivi dei governi abbassano il costo reale del petrolio), dovuto anche alla crescente richiesta di questo bene. Quello che si prevede è una sorta di crollo traumatico altrimenti conosciuto come dirupo di Seneca, che affermava essere l’incremento tanto graduale, quanto precipitosa la rovina. Quello che ci attende se non facciamo nulla o se lo facciamo in modo sbagliato è un’era di scarsità.
Troppo spesso si pensa che ecologia e economia siano due cose separate, anche se accomunate dalla medesima radice, il greco oikos (casa). Non esiste una economia se non si tiene conto dell’ecologia: l’economia è fatta di beni prodotti dall’ecologia. L’umanità è la prima a compiere una serie di azioni che peggiorano la situazione: la deforestazione, i gas emessi nell’atmosfera, la compromissione della qualità generale di aria e acqua, l’acidificazione marina. L’EROEI, l’indice matematico che misura il ritorno energetico in base agli investimenti, ovvero il rapporto energia estratta/energia ricavata, nel campo petrolifero si sta abbassando nei decenni: dai 100:1 degli anni ’30 oggi siamo 3:1. Una volta finita la capacità di investimento si esaurirà questo tipo di attività. Anche la green economy non è una alternativa completamente valida perché da una parte le altre fonti energetiche hanno un rapporto EROEI bassissimo, e dall’altra per realizzare concretamente un sistema di energia alternativa comunque partiamo dal petrolio. Intraprendere una politica di progresso sostenibile come individui non è sufficiente: bisogna aderire comunitariamente e agire come collettività, come hanno già fatto alcune città estere come Bristol. Pratiche orizzontali – condivisone delle scelte – economia circolare – ecologia sociale sono i punti fermi di un sistema non egoreferenziale, dominato dalla logica non di sopraffazione ma di convivenza con le altre specie, come propugna anche Papa Francesco.
La serata si è conclusa con una attività di gruppo che ha visto la creazione di una proposta comunitaria, e con una cena condivisa al termine della quale al relatore è stato donato un bel cesto di prodotti a km 0, proveniente dal podere Ai Biagi.
Tag: podere ai biagi, banco del non spreco, max strata, ecologia, GAs
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