Come tutti gli anni, a margine del Premio Giornalistico “Arrigo Benedetti”, pubblichiamo i testi vincitori della sezione riservata alle scuole superiori della Toscana.
Quest’anno il premio è andato a Ginevra Riccomi della classe 4 dell’Istituto Tecnico, Economico e Tecnologico “A. Benedetti” di Porcari per l’articolo per “Un mondo senza regole un mondo di bestie”; e a Davide Popolizio della classe 5^ C del Liceo Scientifico “A. Gramsci” di Firenze per l’articolo “Cibo e consumatori: problemi e ossessioni”. Cominciamo da Ginevra.
In uno Stato di diritto, quale il nostro, le basi della convivenza civile e dell’esercizio del potere vengono in maniera esemplare raccolte all’interno della legge fondamentale dello Stato: la Costituzione.
Essa rappresenta le fondamenta sulle quali si costruiscono i rapporti sociali, poiché raccoglie il complesso di norme che disciplinano l’ordinamento giuridico di uno Stato.
La nostra Costituzione é il documento che meglio sintetizza quell’ampio e variegato insieme di diritti di uno Stato democratico, in cui il potere è affidato al popolo.
Sono quindi necessarie regole precise da osservare, poiché gli uomini, come ci ricorda Aristotele, sono gli unici tra gli animali a possedere la facoltà della parola e soprattutto ad avere la percezione di ciò che é giusto o meno.
Si é ritenuto quindi opportuno stabilire regole per una pacifica convivenza.
E’ proprio questo, secondo il filosofo, a rendere l’uomo la migliore delle creature, mentre quando si stacca dalla legge e dalla giustizia, degenera nella peggiore di tutte.
Questo accade in quanto, l’essere umano, ha la capacità di stabilire ciò che é giovevole e ciò che é nocivo ma, non sempre, predilige il perseguimento di comportamenti equi.
E’ compito dunque della giustizia, determinare gli obiettivi da perseguire ai fini di un corretto funzionamento dei rapporti sociali, di cui le leggi rappresentano le regole a cui attenersi per regolare ogni aspetto della vita collettiva.
La giustizia é “la prima virtù delle istituzioni sociali”, attraverso la quale si giudica rettamente, si riconosce e si dà a ciascuno ciò che gli spetta, ciò che gli é dovuto.
Questo, non significa trattare tutti allo stesso modo.
Anche la Costituzione, nei principi fondamentali, riconosce l’uguaglianza a tutti i cittadini, uguaglianza che non può e non deve essere solo formale, ma sostanziale.
In altre parole, uno Stato sociale come il nostro, che non ha come unica funzione quella politica, richiede che l’uguaglianza di fronte alla legge ceda talora il passo a norme che stabiliscano trattamenti differenziati per favorire coloro che sono più deboli, più indifesi, più poveri.
Come possono convivere allora i due significati del principio di uguaglianza: quello formale e quello sostanziale?
La conciliazione si può riassumere con una semplice regola:”la legge deve trattare in modo uguale le situazioni uguali e, in modo diverso, le situazioni diverse”.
Peculiarità della nostra Costituzione consiste nel fatto che, per la prima volta nella storia, i cittadini non sono titolari solo di doveri, ma anche di diritti naturali che di conseguenza sono loro riconosciuti dalla nascita e di interessi ritenuti meritevoli di tutela dalla legge.
E’ proprio attraverso questi diritti e queste libertà che uno Stato diviene, di fatto, un’istituzione in cui il potere, la cosiddetta sovranità citata all’articolo 1 della Costituzione, viene attribuita al popolo.
In qualsiasi società, la funzione fondamentale del diritto, é quella di stabilire le regole nell’uso di questo potere, di questa forza.
Affinché la giustizia possa essere realizzata, la Costituzione stessa, vincola l’esercizio della sovranità al rispetto dei limiti indicati dalla legge, in modo che questo potere non sfoci nell’ oppressione.
Rimanendo così come unica giuda sicura in grado di vincere il tumulto delle passioni umane, non resta che affermare che, senza di essa, la vita non sarebbe né possibile, né, se anche lo fosse, meriterebbe di essere vissuta.
Ginevra Riccomi della classe 4^
ISISS Piana di Lucca – Istituto Tecnico, Economico e Tecnologico “A. Benedetti” di Porcari
Insegnante di riferimento: Professoressa Angela Angeli
Lascia un commento