L’omaggio di Barga al giornalismo moderno di Benedetti nei premi a Manfellotto e Pratellesi

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Due grandi firme del giornalismo italiano per ricordare oggi a Barga Arrigo Benedetti, uno dei padri del giornalismo moderno nel nostro paese. Bruno Manfellotto, direttore de ‘L’Espresso’ e Marco Pratellesi, direttore del settore digitale di Condè Nast sono stati i due protagonisti della prima edizione del premio giornalistico “Arrigo Benedetti”.
Manfellotto si è aggiudicato il Premio speciale del Comune di Barga per la direzione della testata fondata da Arrigo Benedetti che ha coinciso con la nuova veste editoriale del settimanale ed il ritorno della storica “E” maiuscola nel logo della testata. Manfellotto ha cominciato la propria carriera giornalistica a “Paese Sera” proprio sotto la direzione di Arrigo Benedetti.
Marco Pratellesi, prima alla direzione on line dei quotidiani del gruppo Monti, poi a Corriere.it e da un anno a capo delle testate della Condè Nast, è stato scelto da una giuria di esperti per «la brillante gestione dei contenuti editoriali nei nuovi media, in linea con la vocazione all’innovazione che fu di Arrigo Benedetti».
Il Premio, organizzato dal Comune di Barga e dalla Provincia di Lucca, ha ricevuto l’adesione del Presidente della Repubblica, che ha concesso uno speciale riconoscimento ai promotori dell’iniziativa, una medaglia in bronzo con dedica di Giorgio Napolitano che è stata recata sul palco del “Differenti” dal Prefetto di Lucca Alessio Giuffrida.

Detto questo, per dovere istituzionale, scendiamo nei dettagli di questo interessante pomeriggio barghigiano dove Manfellotto e Pratellesi ci hanno raccontato la loro storia giornalistica, ma non solo.
Pratellesi si è soffermato sul lavoro del giornalisti del web: un giornalismo non facile, bistrattato dai colleghi della carta stampata spesso, eppure di un grande fascino. Ed ha parlato infine del futuro del nostro giornalismo dove a chi decide di intraprendere questa professione spesso mancano gli insegnamenti dei grandi giornalisti del passato: “Chi oggi fa questo lavoro – ha detto – deve spiegare ai giovani come crescere, come migliorarsi, i segreti e le regole del mestiere”. Ma Pratellesi ha detto anche altro e vi invitiamo ad ascoltare i contenuti audio di questo servizio.

Anche Manfellotto durante la cerimonia di premiazione ha raccontato la sua storia: giunto all’Espresso per rafforzare e rilanciare il settimanale che oggi naviga nel mondo del “tempo reale” – ha detto riferendosi al web, prima di aggiungere che: “Se si continua a fare informazione online gratuita si rischia di far chiudere i giornali”.

“Tutto il mio lavoro è accompagnato – ha sottolineato – dal ricordo degli insegnamenti di Arrigo Benedetti. Le regole del gioco del giornalismo di oggi sono state dettate da lui e poi rilanciare da “Repubblica” che ha fatto su quegli insegnamenti scuola a tutti i giornali del presente”.
Tra i punti fermi dell’etica giornalistica di Benedetti: l’eleganza nella scrittura, l’attenzione nei dettagli e la scelta fotografica.
E alla fine ha letto il decalogo delle principali regole dettate da Benedetti quando era direttore di Paese Sera, che ancora oggi dovrebbero essere alla base del sapere di ogni giornalista e che terminavano con la: “Preghiera di fare più giornalismo e meno ideologia”. Parole sante.

L’evento, lanciato l’anno scorso in occasione del centenario della nascita del grande giornalista lucchese, è nato per valorizzare le testate e i servizi giornalistici pubblicati sul web che abbiano saputo raccontare l’Italia contemporanea in modo libero, indipendente e veritiero. Da qui i premi a Pratellesi ed il premio speciale a Manfellotto, ma anche al mondo del giornalismo web locale con il riconoscimento consegnato a Keane, che nel 1996 dette vita al primo sito di informazione in Italia, il nostro avo barganews.com; ed al direttore Stefano Giuntini ed alla redazione del giornale online lucchese loschermo.it.

Il premio di Barga ha dato spazio anche ai giovani. Una sezione era infatti riservata alle scuole superiori della provincia di Lucca. Tra gli “under 18”, le speranze per il futuro della nostra professione, sono stati premiati gli articoli di Serena Pandolfo e Greta Gonnella.
A consegnare i riconoscimenti il presidente della Provincia, Stefano Baccelli, il sindaco di Barga, Marco Bonini, il nipote di Arrigo Benedetti, Alessandro, il vice sindaco di Barga, Alberto Giovannetti ed il sen. Andrea Marcucci.

Il decalogo del giornalista

Paese Sera
Il direttore
Roma, 17 settembre 1970
A tutti redattori
Alcune delle norme stabilite per la stesura degli originali sono spesso dimenticate. Ne ricordiamo alcune.
(…)
Nei titoli si dovranno evitare le virgole e i punti interrogativi ed esclamativi; dopo i due punti segue la minuscola (…)
Le virgolette non devono essere usate per alludere a un significato diverso da quello proprio della parola; si useranno, invece, per le frasi tratte da lingue straniere, per i titoli dei giornali, libri, riviste, raccolte, per i termini tecnici di qualsiasi lingua.
Le parole straniere entrate nell’uso vanno sempre tra virgolette e sempre al singolare (…)
Se si citano frasi tra virgolette, queste vanno poste all’inizio della citazione, all’inizio di ogni capoverso successivo e alla fine della citazione.
Nel discorso diretto, dopo i due punti e le virgolette, segue la maiuscola.
Le sigle vanno tutte in maiuscole (ad esempio PCI e non Pci) e senza punti intermedi (ad esempio ANSA e non A.N.S.A.).
Nell’enumerare in un testo più argomenti non si scrive 1) 2) 3) ma 1. 2. 3. Seguiti dalla minuscola e concludendo i singoli paragrafi con punto e virgola.
Po’ per poco si scrive con l’apostrofo, non con l’accento.
Si scrive se stesso e non sé stesso.
(…)
Le maiuscole vanno usate in modo parsimonioso (nome, cognome, città, nazioni). Sono sempre da evitare quelle referenziali sia per gli enti pubblici che per i loro titolari. Uniche eccezioni la parola Repubblica, quando ci riferiamo alla repubblica italiana, Papa e Presidente quando non sono seguiti dal nome.
(…)
Le congiunzioni ed e ad possono essere usate solo se collegate con parole che cominciano rispettivamente per e o per a;
Non si usano i verbi inventati come evidenziare; potenziare; disattendere; presenziare; o superflui come effettuare per fare, iniziare per cominciare; i francesismi come “a mio avviso”; le frasi fatte come madre snaturata, folle omicida, agghiacciante episodio, in preda ai fumi dell’alcool, i nodi da affrontare, nell’occhio del ciclone, l’apposita commissione; gli aggettivi che servono a caricare di infamia chi non ne ha bisogna, come il criminale fascista, l’infame dittatore.
Con preghiera di fare più giornalismo e meno ideologia.
Arrigo Benedetti

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