Sarà una vera e propria invasione. Oltre cinquecento polentari si riverseranno a Barga che per tre giorni diventa una vetrina nazionale in cui la buona cucina va a braccetto con la tradizione e il turismo.
Il 17,18 e 19 giugno prossimi arriva il XIII Raduno Nazionale dei Polentari d’Italia, evento atteso da due anni e promosso dalla locale associazione polentari di Filecchio, il paese che ospita l’evento e che ne è teatro insieme a Barga e Fornaci di Barga.
La manifestazione prevede numerosi appuntamenti, tra eventi gastronomici, culturali e artistici che sono stati presentati questa mattina a Firenze dall’Assessore Regionale all’agricoltura Marco Remaschi, la Consigliera regionale Ilaria Giovannetti, il Sindaco di Barga Marco Bonini, il Consigliere della Provincia di Lucca Nicola Boggi, il Presidente dell’Unione dei Comuni Media Valle del Serchio Andrea Bonfanti ed il Presidente dell’Associazione Culturale Polentari Filecchio – organizzatrice dell’evento – Mauro Gemignani. L’evento vanta inoltre il patrocinio delle Fondazioni Cassa di Risparmio di Lucca e Banca del Monte di Lucca, di Confartigianato Lucca e dell’ Istituto Alberghiero “F.lli Pieroni”.
Tre giorni di festa, il programma del Raduno dei Polentari
Il primo appuntamento è previsto dal pomeriggio di venerdì 17 giugno quando sono attesi gli arrivi delle delegazioni di associazioni provenienti da tutta Italia: dalle Marche alla Sardegna, passando per Umbria e Piemonte, Lazio, Trentino, Emilia Romagna, Veneto e naturalmente la Toscana.
Alla sera si celebrerà poi un primo banchetto ufficiale di benvenuto curato dai polentari della Valle del Serchio presso il complesso parrocchiale di Filecchio.
La giornata di maggiore interesse è il sabato 18 quando apre i battenti una vera e propria expo gastronomica dove troverà ospitalità, in ogni piazza del Castello di Barga, ognuna delle diciassette delegazioni che proporrà ai visitatori la propria specialità di polenta fino a tarda sera.
Tanti anche gli eventi collaterali: ogni angolo di Barga sarà animato da musicisti e mercatini artigianali, durante la serata avverrà un suggestivo lancio di lanterne luminose dall’aringo del Duomo mentre, a conclusione della giornata, sarà proposto uno spettacolo pirotecnico dal piazzale del Fosso.
Grande l’attesa per l’esibizione dello chef barghigiano Claudio Menconi, testimonial ufficiale della manifestazione, che a partire dalle 21 metterà in mostra la bellezza delle sue sculture realizzate da frutta e verdure che lo hanno reso famoso in tutta Italia.
La mattinata di domenica sarà invece contraddistinta dalla cerimonia conclusiva che prende le mosse con un corteo in costumi tradizionali, protagoniste le diciassette delegazioni intervenute che, sfilando per le vie di Fornaci accompagnate dalle filarmoniche di Barga e Coreglia, si raggrupperanno in piazza IV Novembre.
Ad aspettarle, gli alfieri del gruppo Sbandieratori di Gallicano. I partecipanti si sposteranno poi in direzione Loppia per la Messa che verrà celebrata nella Pieve di Santa Maria Assunta. La tre giorni si concluderà con un pranzo di gala e la consegna ufficiale del testimone alla città che ospiterà l’edizione 2018 del prossimo raduno nazionale.
“Grazie all’iniziativa degli amici di Filecchio – ha commentato l’Assessore Remaschi – per un week end Barga e la Valle del Serchio diverranno capitale italiana della buona cucina. Una tre-giorni che esalterà la cultura, le tradizioni ed il “buon vivere” di questo fascinoso scorcio di Toscana riuscendo certamente ad intercettare migliaia di visitatori da tutta l’Italia. Un palcoscenico unico quindi per il quale dobbiamo, come istituzioni tutte, rendere merito alle grandi energie e capacità messe in campo dai volontari dell’associzione promotrice che ha dimostrato di rappresentare una vera eccellenza, per capacità organizzative e mobilitative, del volontariato lucchese e toscano.”
Il raduno dei Polentari d’Italia cade nel cinquantesimo anno della ormai famosa Sagra della polenta e uccelli, la più longeva manifestazione del territorio della Valle del Serchio nata proprio a Filecchio nel 1966. Protagonista incontrastato il piatto povero per eccellenza, la polenta, simbolo della estrazione contadina e popolare, e l’ottima farina di “formenton otto file”, una varietà antica di mais italiano oggi coltivata principalmente in Valle del Serchio e Garfagnana insieme alla cacciagione cucinata in umido, alimento tipico della cucina toscana.
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