La Prima Guerra Mondiale, in Italia concepita come Quarta Guerra d’Indipendenza, quindi carica di tutti quei significati unitari rimasti vivi e provenienti dal Risorgimento, nonostante che la stessa Italia ora sia destinata a un cambiamento grazie alla nuova idea socialista che si sta facendo largo e per sua scelta, nel caso disposta a non intervenire nel conflitto, proprio per quei valori d’italianità trasfusi nell’interventismo, che poi vinceranno su tutte le altre posizioni politiche, ecco allora prendere sempre più campo in quasi tutti l’idea che sia inevitabile e che alla fin fine sia sacrosanto dovere dell’italiano chiudere la quasi secolare questione dell’Unità d’Italia.
Per il nostro Comune di Barga rappresentativo è il comportamento del sindaco socialista di una lista eterogenea detta popolare, medico legale professor Cesare Biondi (1), il quale percorre quel cammino che abbiamo tracciato nell’introduzione. Da non interventista, o migliore “neutralista”, capito che le cose sono destinate a una scesa in campo dell’Italia nel conflitto, senza esitare oltre indossa la casacca italiana del volontario e il 27 giugno 1915, in accordo con l’autorità prefettizia, lascia temporaneamente l’incarico di Sindaco e in sua vece, il Comitato Popolare che regge il Comune di Barga, nomina prosindaco suo genero, l’assessore Alfredo Bonaccorsi (2). Intanto, Biondi, quale medico volontario si è messo a disposizione della Sanità militare che lo nomina Maggiore Medico e con ciò pronto alla partenza. Alfredo Bonaccorsi, dopo qualche mese, nel novembre, sua volta parte per il fronte e il Comitato Popolare come facente funzione di sindaco, nomina l’assessore Emilio Garzoli, sino al ritorno dell’effettivo sindaco Biondi, che avverrà alla fine della guerra.
Questa “sofferta” scelta di Biondi certamente ci dà l’idea di com’erano disposte le cose italiane, quanto fosse agognato e sentito un intervento per finalmente definire i naturali confini, che già Garibaldi aveva tentato con la Campagna del Trentino nel 1866, Terza Guerra d’Indipendenza, così come recita anche la lapide del suo fido barghigiano Avv. Salvo Salvi: “Militò nell’esercito rosso, combattendo giunse in vista di Trento e ne ritornò ubbidendo”. Infatti, Garibaldi, in vista dell’armistizio tra Italia e Austria, fu richiamato dal Comando Supremo Italiano a desistere dall’impresa e nel celebre telegramma scrisse: “Obbedisco”.
Italia o Barga, tutto il sec. XIX italiano, circa e per gradi, fu attraversato da questa forte aspirazione unitaria che agli inizi del sec. XX sarà prodromo intellettuale segnante a caratteri forti le coscienze italiane e che decise la QuartaGuerra per l’Indipendenza Italiana, conosciuta come Prima Guerra Mondiale, da combattersi, soprattutto per annettere tutto quanto restava, entro le Alpi, dell’Italia nord orientale e altro.
Premesse, molto sommariamente, queste cose, venendo al nostro Comune di Barga, la questione unitaria si fa forte consapevolezza nel momento in cui l’imprenditore Ing. Luigi Orlando, uomo proveniente da una storia familiare ben delineata in questi sentimenti italiani, nel 1915 inizia, a intraprendere a Fornaci di Barga, sospinto da finanziamenti governativi, gli iter che lo porteranno alla costruzione di uno stabilimento metallurgico atto proprio al fine della guerra, dove si sarebbero costruiti bossoli da cannoni e cartucce. In un solo anno è compiuto l’intero progetto iniziale e una grossa mano gli viene proprio dal sindaco di Barga Cesare Biondi, che in nome della sua amministrazione approva e “appoggia” l’insediamento industriale nel suo territorio presentato sotto il nome Società Metallurgica Italiana, appianando ogni eventuale difficoltà burocratica spettante alla sua funzione ora delegata nel genero e assessore Bonaccorsi.
In una delibera del Comune di Barga, “Voto per il Sig. Comm. Luigi Orlando”, datata 11 agosto 1915, si apprende che le trattative in loco per la costruzione dello stabilimento sono già iniziate: “Con l’industria che rapidamente sviluppa”. Nell’imminente ha bisogno di chiare e sicure assicurazioni in previsione di ciò che occorrerà alla Società costruttiva per maggiormente svilupparsi, specialmente acqua e soppressioni nelle mappe catastali di eventuali e pensate varie vie poderali che ne potrebbero intralciare l’inizio di nuovi lavori e successivi sviluppi. All’incontro, così dalla delibera, pare fosse presente di persona l’Ing. Toscani, socio dell’Ing. Luigi Orlando e legale rappresentante della Società Metallurgica, cui la Giunta Comunale prega di portare allo stesso com. Orlando il suo voto augurale. Il sindaco Biondi si è già distaccato dall’incarico e per lui, come prosindaco, dirige la stessa giunta, il genero Alfredo Bonaccorsi. Ovvio che questi avesse ben chiara, anzi chiarissima, l’idea del suocero, diretta a favorire in tutto la nuova industria, utile non solo al povero territorio di contadini costretti in massa a emigrare all’estero ma, nell’ora pressante, soprattutto ai destini dell’Italia:
“Questa Giunta Municipale nell’adunanza odierna prega il Sig. Ingegnere Toscani di esprimere al Comm. Luigi Orlando, che con utile iniziativa, oltreché dare grande servizio al Paese si rende benemerito della gratitudine di questo Comune, con l’industria che rapidamente sviluppa in nostro territorio e a porgere ad esso il saluto augurale di questa Amministrazione e delibera di presentare al Consiglio Comunale, ove occorra, la proposta d’approvazione che tutte le vie comunali che vi fossero e le vicinali soggette a servitù pubblica, interessanti la zona di terreni da espropriarsi dalla Società di cui il Sig. Ingegnere Toscani è rappresentante, vengano radiate dalla mappa catastale e dagli elenchi nei quali furono inscritte dette vie. Di dare incarico a questo Ufficio Tecnico di ricercare una provvista d’acqua potabile maggiore di quella che verrebbe condotta là in ordine all’attuale progetto per l’acquedotto da costruirsi per il paese delle Fornaci a fine di tener conto dell’alimentazione idrica della maestranza della nuova industria e dell’aumento della popolazione del Paese”.
In pratica si fa ben presente nel Comune di Barga e si anima ancor di più l’idea unitaria italiana, prendendo connotati precisi e forti proprio per la futura presenza nella frazione Fornaci di Barga di una fabbrica, a questi 11 agosto forse già iniziata o da costruirsi, e certamente da ampliarsi. Artefice di ciò un’importante società italiana, in ciò sospinta dal Governo che, militarizzandola, ne controllerà gli sviluppi. In altre parole qui, più che in altri luoghi, perché tradotta nel pratico, si capisce maggiormente la valenza dell’idea “pensiero e azione”, e nel procedere del conflitto, questo particolare e nuovo stato sociale ispirerà e darà l’abbrivo a una maggiore solidarietà attiva dei cittadini con le famiglie che hanno un richiamato al fronte e con gli stessi combattenti. Un primo Comitato, come in tutta l’Italia, era nato quasi subito a Barga con l’inizio del conflitto e annunciato dal La Corsonna, n° 14 giugno 1915:
“Comitato Assistenza Civile –Il Comitato esecutivo di assistenza civile pel nostro Comune è rimasto composto delle signore Zaira Nardini, Adele Salvi, Giuseppina Del Rosso, Marianna Caproni, Bice Diversi; e dei signori professor Cesare Biondi presidente, cavalier Egisto Piacentini, cavalier Pilade Caccialupi, G.B. Rocchiccioli, Avvocato Michele Santoro.”
Lo stesso giornale (n° 16, luglio 1915) riporta che anche a Fornaci di Barga è sorto un Comitato assistenza per le famiglie povere che hanno i cari al fronte, con presidente l’ex sindaco di Barga Cav. Prof. Giulio Giuliani, v. p. Dott. Ezio Lucignani, cas.re Iacopo Riani, segr.io Giulio Equi (3).
Quando la fabbrica di Fornaci inizia le sue produzioni belliche, che si vogliono datare ottobre-novembre 1915, il suo direttore Ing. Luigi Orlando, non è assolutamente intenzionato a procedere nella sua opera come un semplice imprenditore ma, un poco alla volta, darà il meglio di se stesso e farà dare il meglio ai dipendenti della fabbrica, per concorrere agli aiuti diretti alla popolazione che ospita l’opificio. Particolarmente cara gli sarà l’idea di un soccorso alle famiglie che al fronte perderanno il capofamiglia, con uno speciale occhio di riguardo e un pensiero profondo a quei figli orfani che i destini dell’Italia in guerra ha sottratto il padre e hanno il diritto di sperare che una “paterna” mano gli possa far vedere meno nero il loro futuro.
Questa idea umanitaria gli si farà esplosione d’attività specialmente dopo la disfatta di Caporetto dell’Autunno 1917, quando l’elenco dei morti militari italiani avrà un consistente aumento e dalle terre venete occupate dagli “austriaci”, arriveranno anche a Fornaci degli sfollati.
Ai dipendenti della fabbrica di Fornaci è prelevata mensilmente una piccola quota dai salari per farli confluire nel Comitato Assistenza Pro-Orfani istituito dalla stessa Società Metallurgica Italiana, che seppur tenue, con le migliaia di persone occupate a quella data, si parla di quasi quattromila persone, è pensabile raggiungesse nel totale una quota assai consistente. Come vedremo, però, i contributi al Comitato Pro-Orfani di Guerra, che ha per presidente il Colonnello Cerrai, arriveranno anche da enti pubblici, comuni e banche, come da parte di privati cittadini, specialmente dagli emigranti residenti all’estero. Un concorso che riguarderà anche gli altri pubblici comitati d’assistenza.
Restando con la barra al Comitato Pro-Orfani di Guerra, va detto subito, che è da questa patriottica iniziativa che prenderà avvio l’idea del futuro Asilo Giovanni Pascoli, che si farà realtà con il 1918. Il buon viatico che s’impone il Comitato, intanto, è corroborato dal Prefetto di Lucca, il quale agli inizi di questo 1918 gli conferisce i crismi di Ente Morale.
Come accennato, nei primi mesi di questo 1918 il Comitato avrà dei contributi dalla Cassa di Risparmio di Firenze agenzia di Fornaci di Barga per £ 200 e £ 100 dall’emigrante Maria Da Prato da New York. Non solo il Colonnello Cerrai è impegnato direttamente nel Comitato come presidente, ma anche e soprattutto l’Ing. Luigi Orlando, cui è ritagliato l’indicativo incarico di presidente onorario e la sua famiglia, con Irma Orlando, che coordina la Commissione delle Visitatrici, composta di donne del luogo. Queste, visitando le famiglie, con una mano carezzano e confortano, mentre l’altra fa scivolare sul triste tavolo il patriottico contributo economico.
L’impegno però non è solo questo, anzi, con il Colonnello Cerrai presidente, si caricano sulle spalle l’onore di stimolo diretto verso varie amministrazioni comunali, come Barga, Coreglia e Gallicano, certamente tre comuni da cui, più di altri, giornalmente partono le frotte di operai per raggiungere il “fabbricone”, la Metallurgica. Dalle istituzioni vorrebbero una maggiore attenzione verso gli Orfani e che i medici che stipendiano si prestino a gratuite cure. Leggiamo allora da La Corsonna un articolo sull’argomento, dove chiaramente si dà spazio all’idea di Orlando, intenzionato a voler creare un centro per gli Orfani, il futuro Asilo Giovanni Pascoli, che gratuitamente accolga, istruisca e faccia progredire moralmente, i 14 orfani di Gallicano, 27 di Barga e 25 di Coreglia:
La Corsonna n° 2, gennaio 1918.
“Per gli Orfani di Guerra”
Il Comitato della Società Metallurgica Italiana per gli orfani di guerra continua alacremente il suo lavoro. La Signora Irma Orlando, con la Commissione delle Visitatrici, nonostante le avversità della stagione invernale, si è recata nei tre Comuni di Barga, Coreglia e Gallicano. I sindaci rispettivi sono stati guida, e tutti gli Orfani e tutte le vedove di guerra hanno avuto la dolce parola confortatrice delle buone Signore.
Queste, presa cognizione delle condizioni dei vari orfani hanno riferito al Consiglio di Amministrazione, il quale prontamente ha sussidiato i bisognosi con decorrenza 1° dicembre.
A Coreglia ed a Gallicano si recò anche il Comm. Ing. Orlando, anima del Comitato che ebbe da per tutto accoglienze deferenti e simpatiche. Il Presidente del Comitato Colonnello Cerrai, fu pure egli sempre con le Visitatrici.
Le condizioni sanitarie degli orfani, lo sviluppo loro fisico sicuro, la loro educazione e istruzione, prospettano altrettanti obiettivi dell’opera del Comitato Pro-Orfani. I medici dei Comuni, con ammirabile patriottico sentimento, hanno aderito ad offrire l’opera loro preziosa gratuita e vigile per gli orfani.
Di questi se ne contano 14 a Gallicano, 27 a Barga, 25 a Coreglia, e fra i bisognosi già si distribuisce la somma mensile di sussidi in £ 580.
Si deve dar plauso al Prefetto della Provincia che con provvedimento sollecito ha riconosciuto il Comitato Pro-Orfani di Fornaci di Barga in Ente morale, assicurandone l’esistenza legale.
Se non siamo male informati germoglia, e se germoglia non può mancare la sostanza effettiva nella mente e nel cuore del Comm. Orlando, l’idea di integrare la forma di aiuto per sussidi agli Orfani, con la creazione di una scuola di Arti e Mestieri che, assicurata l’esistenza dei piccoli figli della Patria ed il loro sviluppo fisico, ne faccia cittadini e lavoratori utili a se e all’avvenire d’Italia.
Lo Statuto del Comitato Pro-Orfani, con previdenza, nell’art. 2 ha premesso che, compiuta l’opera precipua a vantaggio degli orfani con le somme disponibili si potesse accorrere con l’aiuto di sussidi anche a beneficio di quelle Vedove e di quegli orfani che, senza essere di guerra nello stretto e legale significato, hanno avuto per la guerra perduto chi rappresentava la forza e la vita della famiglia, a questo soccorso.
I profughi stessi di guerra che si trovano a Fornaci di Barga, ospitati in una palazzina della Società Metallurgica Italiana, che provvede anche al loro sostentamento, che hanno trovato nel grandioso Stabilimento occupazione di lavoro, hanno ricevuto dal Comitato Pro-Orfani le suppellettili delle loro camere e tutti i giorni la Signora Irma Orlando, efficacemente coadiuvata dalla Signora Emma Garetti e dalla Signora Lucia Scolastico.”
(continua –Pier Giuliano Cecchi)
L’autore ringrazia Lucia Stefani per avergli permesso la consultazione della raccolta del giornale La Corsonna
(1) –Cesare Biondi: (Firenze 1867- Firenze 1936) medico legale e professore universitario a Sassari, Cagliari e Siena. Dal 1911 sino al 1919 fu sindaco di Barga e consigliere provinciale per il Comitato Popolare che in Barga si contrapponeva alla Crema. https://www.giornaledibarga.it/index.html?pg=8&id=5492
(2) –Alfredo Bonaccorsi:Musicologo italiano (Barga 1887 – Firenze 1971). Critico musicale e storico della musica, ha scritto di Alfredo Catalani, Giacomo Puccini, Gioacchino Rossini, ecc; fu direttore del Centro Studi Rossiniani, collaboratore alle principali riviste musicologiche d’Europa, oltre che all’Enciclopedia Italiana. Sposò Marga, figliastra di Cesare Biondi e figlia della vedova Paolina Bindi, cui lo stesso Biondi si era unito in matrimonio. Altro figlio di Paolina era Roberto, che partendo da Barga, nel 1911 era morto eroicamente nella Guerra Libica. Da Paolina e Cesare nascerà altro figlio: Pompeo (1902-1966), insigne giurista.
(3) –Per meglio inquadrare questo particolare argomento dei comitati rimandiamo il lettore a due articoli di Sara Moscardini pubblicati su Il Giornale di Barga n° 785, ottobre 2015 e n° 786, novembre 2015, rispettivamente dal titolo: “Una storia industriale lunga un secolo” e “La Grande Guerra nelle pagine della Corsonna”. (La Corsonna, nata nel 1903 e cessata nel 1940, era uno dei due periodici di Barga e dichiaratamente “interventista”, l’altro era La Gazzetta di Barga, di ispirazione socialista e “neutralista”.)
Tag: Fornaci di Barga, grande guerra, asilo giovanni pascoli
Lascia un commento