Da Mattmark al Mare Nostrum: la fame che sfida la morte

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(Giovanni Magri: “migranti” barghigiani)

La tragedia di Mattmark in Svizzera di cui quest’anno ricorre il 50° – in cui persero la vita ottantotto persone, tra cui cinquantasei emigrati italiani, che lavoravano in un cantiere sotto il ghiacciaio dell’Allalin per la costruzione di una diga nelle Alpi vallesane – è stata ricordata sabato 29 e domenica 30 agosto a Briga, Naters ed ai piedi della diga di Mattmark con una serie di significative iniziative promosse da un Comitato italo-svizzero ad hoc presieduto dal professor Domenico Mesiano, già presidente del Comites del Vallese e dirigente dell’ ITAL UIL in Svizzera.

Mentre in questi giorni la memoria va a quell’ultima grande tragedia dell’emigrazione italiana che, non dimentichiamo, avvenne in Svizzera in un clima di crescente xenofobia ed in contemporanea con il lancio della prima iniziativa antistranieri, le televisioni portano nelle nostre case le immagini ed i drammi di migliaia di disperati che stanno cercando di raggiungere la ricca Europa scappando dalle guerre e dalla fame, con alle spalle terribili storie di sfruttamento e di morte; il tutto condito, spesso, da commenti xenofobi e razzisti di qualche leader politico della Destra italiana che pensa di sfruttare elettoralmente questi drammi umani.

Ecco, la tragedia di Mattmark del 1965 e questo esodo attuale di disperati verso l’Europa, si può dire, che hanno un minimo comune denominatore e cioè la fame che, consapevolmente o inconsapevolmente, portava i nostri emigrati del secolo scorso e porta oggi questi disperati 2.0 a sfidare ambienti ostili (xenofobi e razzisti) e la stessa morte pur di poter guadagnare da vivere per sé e la propria famiglia.

Incredibile che in Italia, con la sua lunga storia di emigrazione, di sofferenze, di umiliazioni e di tragedie, vi possano essere oggi istinti xenofobi e razzisti nei confronti di quanti vedono in noi ed in Europa quella “Merica” che anche i nostri genitori, nonni ed antenati – fino ad un passato neppure tanto lontano – avevano sognata, inseguita e, spesso, mai trovata!

Dino Nardi, Coordinatore UIM Europa

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