Di una ferrovia che attraversasse la valle del Serchio se ne era parlato già prima dell’unità d’Italia. All’epoca fu ipotizzato un collegamento tra Lucca e Reggio. Eravamo intorno al 1850, tuttavia, come successive proposte, quel progetto non andò a buon fine. Molti uomini di cultura, oltre che politici, intervennero sulla questione della ferrovia. Uno di questi, lo storico fosciandorino Raffaello Raffaelli, in qualità di socio del Club Alpino di Garfagnana, redasse delle notazioni dove sottolineò l’utilità di quell’opera sia da un punto di vista militare, che da quello industriale e commerciale. In Parlamento, il propugnatore dell’efficacia della ferrovia Lucca-Aulla per usi militari, fu l’onorevole Antonio Mordini, figura di primo piano e rappresentante autorevole della Lucchesia. Tante battaglie per la ferrovia, dalle pagine dal periodico “La Garfagnana”, furono portate avanti anche da Giuseppe Bernardini, il “Giber”.
Nonostante le aspettative e le rimostranze, nel 1894 la ferrovia arrivava solo fino a Ponte a Moriano. Nell’anno 1898 giunse a Borgo a Mozzano e poco tempo dopo, era il 1900, a Fornoli. I destini della ferrovia, però, erano ancora troppo incerti. Ma nel 1905, contro l’avvisaglia, anzi la certezza, di una rinuncia a tale realizzazione, forti e reiterate proteste si sollevarono in tutta la Garfagnana, la Lunigiana e la Valle del Serchio. Queste manifestazioni (tutti le Amministrazioni comunali, eccetto quella di Vergemoli, utilizzando manifesti listati a lutto dove si esprimeva lo sdegno e la protesta, rassegnarono le dimissioni) contribuirono alla determinazione del governo centrale di metà dicembre, quando, finalmente, firmò la convenzione per la concessione dei tronchi ferroviari Bagni di Lucca-Castelnuovo Garfagnana ed Aulla-Monzone.
I lavori, dalla ditta appaltatrice Saverio Parisi, furono intrapresi tra il 1907 e il 1908. La base delle operazioni fu allestita a Fornoli, ma le maestranze si stabilirono anche a Fornaci e nella vicina Ponte all’Ania. Nella primavera del 1910, dopo la costruzione del ponte della Fegana e la vicina galleria, la “strada ferrata” arrivò fino a Piano di Coreglia e, poco tempo dopo, i primi treni di servizio raggiunsero Fornaci di Barga.
La stazione ferroviaria fornacina fu attrezzata come fermata merci, posta e passeggeri. Il primo convoglio ufficiale vi fece scalo il 19 marzo 1911, ma la tratta Bagni di Lucca-Castelnuovo di Garfagnana, con grandi festeggiamenti all’arrivo del treno nel capoluogo garfagnino (ore 12,30), fu inaugurata il 25 luglio di quell’anno.
Il treno, partito dalla stazione di Fornoli alle ore 11.50, era composto da due locomotive e sei carrozze. Sul convoglio c’erano più o meno 80 persone. Tra loro gli onorevoli Vicini e Gallini rappresentanti del governo; i deputati Artom, Croce, Montauti, Pellerano e Di Palma; l’ex membro del parlamento Binelli e il futuro parlamentare Augusto Mancini. Tra le altre autorità spiccavano i prefetti di Lucca e di Massa-Carrara. E poi c’erano sindaci, magistrati, generali, colonnelli, ingegneri e diversi giornalisti. Era presente anche l’impresario Parisi e il suo staff… In ogni stazione toccata dal fumante “mostro metallico”, che nell’immaginario collettivo era visto come portatore di progresso e di benessere, fu grande festa. Tutta la valle, in quella circostanza si unì nel celebrare quell’avvenimento che, probabilmente, avrebbe permesso investimenti maggiori in una zona talmente sottosviluppata che costringeva all’emigrazione migliaia di persone.
Uno degli avvenimenti che fece affollare la stazione di Fornaci si verificò poco tempo dopo: era il 10 aprile 1912, quando, da Bologna, vi giunse la salma di Giovanni Pascoli. Il feretro era stato accompagnato dai famigliari, dalle Autorità Accademiche di Bologna e di altre città italiane, dai Sindaci di Romagna e di Lucchesia, da giornalisti e da amici intimi del poeta.
Fu il Pascoli che volle essere tumulato a Castelvecchio. Lo testimoniano alcuni suoi versi:
“Ch’io ritorni al campanile – del mio bel S. Nicolò – dove l’anima gentile – finalmente adagerò”.
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