All’inizio del XX secolo, durante il cosiddetto “decennio giolittiano”, anche la Toscana fu influenzata dal moto di industrializzazione che interessò tutta Italia. In quel periodo, invertendo la tendenza negativa della seconda metà del secolo precedente, lo sviluppo regionale nella siderurgia fu molto importante.
Tra quanti operarono in quel settore, come abbiamo visto, ci fu anche il gruppo Orlando che, titolare dal dicembre 1865 dei cantieri militari San Rocco a Livorno, acquistò la Società Metallurgica Italiana, azienda attiva già dal 1886 con capitale francese. In seguito all’acquisto degli Orlando, l’attività della SMI si estese e alla fine del 1910, per la produzione di munizionamento militare, una fabbrica fu costruita a Campo Tizzoro.
Quando, con la Prima Guerra Mondiale, ci fu una maggiore richiesta di materiale bellico, il gruppo Orlando decise la realizzazione di un altro stabilimento metallurgico. La località prescelta fu Fornaci di Barga. I motivi principali che portarono alla scelta dell’area fornacina furono la presenza della ferrovia, la posizione strategica della zona, la grande quantità d’acqua, la vicinanza di boschi cedui, l’abbondanza di manodopera poco politicizzata.
L’autorizzazione, per dare inizio alla costruzione dello stabilimento, dalla Giunta comunale di Barga fu deliberata l’11 agosto 1915. I lavori per il livellamento del terreno e lo scavo delle fondamenta iniziarono già ai primi di settembre e, in ottobre, cominciarono a sorgere i primi capannoni. A dirigere tecnici ed operai fu l’ing. Corrado Scolastico. Il materiale di laterizio necessario per la costruzione fu fornito dalle fornaci presenti in loco, ossia la Cantella e la Verzani. I lavori, di una delle più importanti “fucine alimentatrici del nostro apparato bellico”, si conclusero in pochi mesi (febbraio 1916). Al termine di quel 1916 la produzione di cartucce arrivò alle 400.000 unità giornaliere, mentre negli ultimi dieci mesi di guerra raggiunse i 2 milioni. I macchinari della fabbrica funzionavano con l’energia elettrica fornita dalla centrale di Gallicano (la Società Ligure Toscana), che forniva 4.000 HP.
Dopo il 1921, la SMI adottò un programma di investimenti che portò alla costruzione del raccordo ferroviario per il trasporto delle merci, ad una nuova sede per la direzione, alla realizzazione di una mensa, di una dispensa di generi alimentari e ad altri capannoni. La proprietà investì ulteriormente nello stabilimento, con la realizzazione di nuovi reparti, di una nuova fonderia per l’ottone e di un serbatoio per l’acqua, intorno alla metà degli Anni ‘30.
Molti interventi, per ricostruire e riattrezzare i reparti danneggiati durante il periodo bellico, furono compiuti al termine del secondo conflitto mondiale, mentre nel decennio successivo si rinnovarono e si potenziarono i macchinari dei laminatoi. Nuovi capannoni, un parco rottami metallici non ferrosi al coperto e una più potente centrale elettrica, furono costruiti nei primi Anni ’70. Questo nuovo ampliamento comportò il sacrificio di una parte delle aree adibite alla colonia agricola, che, negli Anni ’80, scomparve definitivamente.
Dal gennaio 1977, in seguito all’accordo del novembre dell’anno prima con il gruppo francese Pechiney, lo stabilimento cambiò il nome in “La Metalli Industriali”, denominazione che mutò in “Europa Metalli – L.M.I.” nel 1987. L’anno precedente la società aveva sponsorizzato la fusione del monumento bronzeo di “Nerone Cesare a cavallo” del I° Sec. d.C. e, il 10 settembre, dal presidente del gruppo Luigi Orlando, era stato inaugurato il nuovo Centro Ricerche. Dal 2006, la società ha assunto l’attuale denominazione di KME Group.
Nonostante le gravi difficoltà di mercato, nel 2009 la società KME ha avuto la forza di realizzare perfezionamenti ed inno-vazioni. Migliorie sono state adottate anche nel campo della riduzione dell’emissioni in aria e il trattamento e la riduzione delle acque reflue, tanto che, da parte della provincia di Luc-ca, la società si è assicurata la certificazione ambientale (A.I.A.).
Nel 2009 la KME aveva una quota di mercato in Europa intorno al 30% e a livello mondiale del 7% (report dell’azienda). L’impresa degli Orlando ha perso la sua originaria vocazione bellica e si è specializzata nella lavorazione del rame e delle sue leghe. Con l’avvento dell’Euro lo stabilimento fornacino aveva anche iniziato la produzione di dischetti per la coniatura delle monete per la valuta europea, per cui Fornaci si identifica ancora come “il paese dove nasce l’Euro”.
(fine)
Ivano Stefani
Tag: Luigi Orlando, la metallurgica, Fornaci, kme, metallurgica, famiglia orlando
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