È botta e risposta tra la Misericordia del Barghigiano e il direttore generale dell’Asl 2 di Lucca Joseph Polimeni che ieri, con un comunicato stampa, aveva in un certo senso preso le distanze dai problemi denunciati dalla Misericordia.
Non si è fatta attender la risposta del sodalizio, che in una lettera inviata alla stampa dichiara quanto segue:
“Gentile Sig. Polimeni,
i problemi economici di un’associazione sono una cosa, gli accordi economici in cambio di servizi sono un’altra; noi soccorritori, che non siamo certamente dei geni della finanza, abbiamo sollevato un problema all’azienda sanitaria locale e oltre a sollevare il problema abbiamo proposto una soluzione.
Gentilissimo Sig. Polimeni, lei dice che lo stand-by non può essere dedicato ad uno specifico mezzo, peccato solo che i Porter Piaggio, pur avendo la classificazione A1 a livello di “carrozzeria”, non hanno abbastanza spazio interno per essere attrezzati come ambulanza di Emergenza con medico a bordo; il Porter Piaggio può caricare al massimo quattro persone compreso il paziente, le squadre di tipo A (quelle dell’emergenza) sono di tre persone + medico + paziente (quando non c’è anche l’infermiere) per un totale di sei persone.
La nostra richiesta era di tenere una squadra di Tipo B (quindi con due persone qualificate) H24 a fare i servizi che necessitano all’ASL con il mezzo più idoneo, che peraltro spesso ci viene richiesto dalla centrale operativa (quindi anche l’appoggio alle squadre di emergenza nei centri storici etc.)
L’ azienda ASL e la regione Toscana hanno interesse che il servizio rimanga alle associazioni di volontariato: così, come ha detto il direttore generale, le difficoltà economiche ricadono sulla comunità, e non sulla ASL / Regione. Quali sarebbero i costi se il servizio fosse fornito direttamente da parte della ASL con mezzi e dipendenti propri? Molto probabilmente superiore ai 30mila euro al mese per ogni punto di emergenza (5 solo tra Mediavalle e Garfagnana), quindi quattro volte di più di quanto viene riconosciuto alle associazioni. Poi non ci si meravigli se le associazioni non riescono più ad affrontare i costi e sono alla ricerca disperata di fondi dalla comunità”.
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