La seconda guerra mondiale, così lontana eppure così vicina nel tempo e nello spazio anche qui a Barga, dove il fronte sostò per pochi indimenticabili mesi settanta anni fa, lasciando segni e memorie indelebili.
Diari, annotazioni, volumi furono scritti allora e negli anni seguenti; commemorazioni e monumenti furono innalzati o dedicati alla memoria di un evento tanto traumatico; articoli e ricerche sono state effettuate per l’oltre mezzo secolo che ci separa dal conflitto mondiale, rendendolo un tratto della memoria collettiva della nostra terra.
La Barga che conosciamo – e le sue frazioni, e i comuni limitrofi – sono un prodotto scaturito anche dalla tragedia dei rastrellamenti, delle deportazioni, delle imboscate partigiane, di bombardamenti, ancora vividi negli anziani sopravvissuti e tenuti a mente da chi li ha solo sentiti narrare.
Un ultimo tassello a questo bagaglio importante è stato aggiunto ieri sera presso il “salottino di piazza Angelio”, la temporary gallery che Arteimmagine ha aperto per contribuire al dibattito culturale della città, proponendo incontri di varia natura e su diversi temi a fine di… condividere, confrontarsi, semplicemente parlare.
Giovedì 3 luglio spazio dunque alla Storia locale e alle testimonianze in un incontro condotto da Sara Moscardini e Francesco Cosimini i quali hanno tracciato le vicende di Barga dallo scoppio della guerra alla Liberazione, accompagnando i fatti con le incredibili immagini custodite nell’Archivio Rigali, testimoni di un territorio ad oggi irriconoscibile.
In platea, oltre a un numeroso pubblico, due importanti testimoni diretti di quei tempi: Antonio Nardini di Barga, universalmente riconosciuto memoria storica del nostro territorio e il fornacino Mario Camaiani, da poco uscito nelle librerie con il suo libro “La mia Guerra, da Livorno a Fornaci” (Garfagnana editrice).
Durante la serata non solo i relatori, non solo i testimoni ma tutto il pubblico ha partecipato al dibattito, ognuno chiedendo, spiegando quanto di propria conoscenza, confrontando con i racconti dell’altro. Una serata come una notte “a vejo” alla fine sviluppatasi come una conversazione tra amici.
Questo l’obiettivo (raggiunto) di Sandra Rigali e Caterina Salvi, le anime del progetto-salottino, che hanno in cantiere altre serate da passare insieme attorno a un tema comune.
Tag: arteimmagine, guerra, seconda guerra mondiale, salottino di piazza angelio
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