Venceslao Santi (1855 -1927), stimato storico frignanese, ricordava che nel 1573 alcuni pescatori di Pievepelago e Barga immisero trote nel lago Santo. Queste raggiunsero in breve ragguardevoli proporzioni; fu l’inizio dell’interesse per la pesca nel lago stesso. Ricordiamo che a quella data il lago Santo era compreso nei confini del Granducato di Toscana, come conferma la sentenza relativa alla vertenza tra lo Stato Estense e lo Stato Toscano emessa dal giureconsulto di Alba, Pierino Belli nel 1568.
Con il trattato di Firenze del 1844, in esecuzione del generale riordino territoriale deciso nel Congresso di Vienna (1815) e nel trattato di Parigi (1817), il confine tra i comuni di Barga e Pievepelago veniva portato in corrispondenza dello spartiacque appenninico. Alla comunità di Barga era riconosciuta la proprietà di circa 914ha. di terreno nel versante emiliano mentre la relativa giurisdizione passava allo Stato Estense.
Per effetto di una lunga controversia aperta per lo scioglimento di certa promiscuità di pascolo, controversia conciliata nel 1960, il Commissario per gli usi civici di Bologna assegnò 194ha. alla comunità di Pievepelago. Barga perdeva così una larga fetta del proprio demanio civico compresa tra la cima del monte Giovo, il monte Nuda e il punto di confluenza dell’emissario del lago Santo con il rio Tagliole. Le rive del lago ora bagnavano la proprietà barghigiana solo per il 50% circa della loro estensione.
Per quanto riguarda la pesca, il 13/6/1719, Rinaldo Duca di Modena, Reggio e Mirandola aveva concesso al capitano Attilio Cima di Fanano il livello di pesca delle trote in tutta la già provincia del Frignano. Tale diritto era trasmissibile e rinnovabile ogni 29 anni.
Dopo una lunghissima serie di vicissitudini, tale diritto passò alla Società Valorizzazione Abetone (SVA). Intanto una norma regionale del 1977 confermava il dominio eminente delle acque alla Provincia che acquisiva pertanto ogni diritto sulla pesca. Per effetto di questa realtà si aprì un serrato confronto legale tra Provincia e SVA che finì per confermare a quest’ultima il dominio utile dei diritti pesca derivanti dall’antica investitura. Nel 1984, la Provincia di Modena e la SVA stipularono una convenzione.
Nell’accordo la SVA dichiarava di rinunciare, alla scadenza del 31/12/2001, al riconosciuto diritto esclusivo di pesca alla condizione di non ricevere nel frattempo turbamento o contestazione da parte della Provincia. Alla scadenza della citata convenzione la Provincia di Modena, giudicando positiva la gestione della pesca svolta dalla SVA si impegnava a rinnovarle l’incarico con la definizione di un nuovo accordo che possiamo immaginare, in qualche modo, tenesse pure conto della rinuncia ai famosi diritti esclusivi sottoscritta dalla stessa SVA nella precedente convenzione. Invece la SVA, in modo assai sorprendente, si irrigidiva nel pretendere che la convenzione appena scaduta venisse dichiarata priva di validità e di efficacia e, per ottenere tale riconoscimento, ricorreva addirittura al Tribunale di Modena.
Considerato il vuoto di gestione venutosi a creare, il Presidente della Provincia, con propria ordinanza, disponeva il divieto di pesca nel lago Santo e corsi d’acqua limìtrofi al fine di tutelare il patrimonio ittico. La SVA impugnava il provvedimento ricorrendo al TAR di Bologna.
Successivamente le parti hanno abbandonato le vie legali e sono addivenute ad un nuovo accordo che, per quanto riguarda il lago Santo, si può così sintetizzare:
la scadenza del dominio utile del diritto di pesca a favore della SVA nel lago Santo, lago Baccio, rio Perticara, rio Tagliole, rio delle Pozze, è fissata al 1/1/2037; fino a quella data la Provincia rinuncia ad ogni contestazione; La SVA, da parte sua, rinuncerà ad ogni diritto solo dopo tale scadenza. La Provincia di Modena si impegna altresì ad emanare entro il 30/6/2009 il formale rinnovo del dominio utile alla SVA relativamente al periodo 1979/2008 e per il successivo 2008/2037 al fine di regolarizzare la piena titolarità del diritto della SVA.
Il nuovo accordo è stato ufficializzato dalla provincia di Modena con la delibera n. 191 del 10/12/2008, “Transazione tra la Provincia di Modena e la Società Valorizzazione Abetone per la gestione della pesca nelle acque dell’ex provincia del Frignano”.
Intanto, Il 15/10/2006, l’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico di Barga aveva presentato al Commissario per la liquidazione degli usi civici per l’Emilia-Romagna e Marche, ricorso per ottenere il riconoscimento deli diritti di uso civico di caccia e pesca nel lago Santo e parte del rio Fontanacce. La Regione Toscana, con decreto di giunta n.1191 del 19/03/2007, si era costituita anch’essa nel procedimento. Nella comparsa si ricorre esplicitamente, contro la Provincia di Modena, e contro la Regione Emilia-Romagna (?) e il Comune di Pievepelago (??).
Avverso il ricorso dell’ASBUC, la Provincia di Modena si è costituita il 27/09/2007 contestando la validità dell’istruttoria demaniale della Regione Toscana per non essere stata pubblicata presso il comune interessato di Pievepelago e per essere stata redatta solo in base alla documentazione di parte toscana.
La cronistoria di questa estenuante vicenda, pur nel rispetto delle diverse interpretazioni di fatti così complessi, porta inevitabilmente ad una considerazione oggettiva. Ancora nella citata delibera della provincia di Modena del 2008 si parla di diritti esclusivi di pesca nella ex provincia del Frignano… Richiamando ancora l’attenzione sul già citato lodo di Pierino Belli, documento esistente pure presso gli archivi emiliani, rammentiamo che il lago Santo, senza possibilità di dubbio, è stato compreso nello Stato del Granducato di Toscana dal 1342 al 1844 e pertanto non faceva parte né dell’ex provincia del Frignano né della camerlengheria di Sestola alla data dell’investitura del diritto di pesca al Capitano Attilio Cima risalente al 1719.
Pertanto I diritti esclusivi di pesca nel lago Santo che si fanno risalire a tale origine appaiono palesemente viziati nei presupposti fondamentali e meritano finalmente di essere sottoposti ad un’attenta verifica.
Tag: pesca, appennino, ASBUC, Lago Santo
Lascia un commento