Era l’11 novembre 2013, quando dopo tanti anni sentimmo ripetere un nome: Santuzza Angelini di Barga, uccisa dai nazifascisti il 30 settembre del 1944 a San Martino Caprara, uno dei diversi luoghi del Monte Sole tragicamente coinvolti tra il 29 settembre e il 5 ottobre di quell’anno nella Strage detta di Marzabotto, dal nome del comune maggiormente colpito. Si parla in tutto di circa 770 vittime, che si andarono ad assommare alle altre 560 di Sant’Anna di Stazzema del 12 agosto 1944.
Quel nome Santuzza Angelini lo ripeté Anna Rosa Nannetti, bambina sopravvissuta alla Strage di Marzabotto, durante un incontro organizzato dall’ANPI di Barga a Villa Gherardi; un incontro voluto per non dimenticare ognuna di quelle vittime e per far capire su quale sacrificio di sangue si basi l’odierna Repubblica Italiana.
Il giorno dopo l’incontro presero contatto con me Sara Moscardini e Vincenzo Cardone, chiedendomi se avevo notizie in merito, ma dovetti rispondere che ero rimasto sorpreso dalla “rivelazione”, rendendomi subito disponibile per una ricerca di notizie. La prima indagine è stata l’individuazione di eventuali parenti, essenziale per ricostruire una storia, interessandone anche la Biblioteca Comunale nella persona di Maria Luisa Livi, che dopo qualche giorno mi fornì delle notizie, come la vera data di nascita: 1 novembre 1922, errata di qualche mese nel sito Strage di Marzabotto. Vediamo ora cosa dice di Santuzza un sito internet che parla dell’eccidio di Marzabotto:
“Santuzza Angelini, da Armando e Rosa Gonnella; nata l’1 gennaio 1922 a Barga (LU); ivi residente nel 1943. Licenza elementare. Operaia. Fu uccisa dai nazifascisti il 29 settembre 1944 in località S. Martino (Marzabotto), nel corso dell’eccidio di Marzabotto” (Sito: Storia e memoria di Bologna). Altri siti riportano la data del 30 settembre 1944.
Corretta intanto la nascita con 1 novembre 1922, vediamo allora di aggiungere qualche dato sulla sua famiglia e i discendenti, dicendo ancora che si sposò con Pietro Marchetti, del quale, prima di essere uccisa, era in attesa di un figlio all’ottavo mese.
I genitori di Santuzza, Rosa Gonnella e Armando Angelini, oltre a lei, ebbero anche altri due figli: Ofelia, morta nubile, e Ferdinando, da cui discende Paolo Angelini di Barga.
Rosa Gonnella prima di questo matrimonio ebbe un’altra figlia: Argentina, da un Corrieri, il primo marito. Da Argentina discendono Serafino (il Fone) e Maria Teresa Poli. Da quest’ultima Claudia Bilia che ci ha fatto un toccante ricordo di Santuzza sulla base delle fragili memorie raccolte in famiglia e che riportiamo a chiudere quest’articolo.
Intanto va detto che il sacrificio di Santuzza ebbe in Barga i suoi giorni della memoria, precisamente dal 10 giugno 1974, anno del trentennale della Strage di Marzabotto, quando tra l’allora maestro della scuola elementare di Barga-Catagnana, Giulio Guidi, e il direttore didattico delle scuole di Barga, Antonio Corsi, fu deciso di intitolare la stessa scuola della frazione di Barga al nome, appunto, di Santuzza Angelini, giovane vittima della furia nazifascista. Il 31 luglio 1974, quell’intenzione ricevette parere favorevole dall’Ispettorato Scolastico di Castelnuovo di Garfagnana, a firma della reggente Laura Anna Simonelli. Ovviamente l’intitolazione, cioè la civile memoria di Santuzza, decadde con la soppressione della scuola. Questo importante documento mi è stato fornito da Franca e Paolo Angelini.
Per chiudere queste note passiamo all’indicativo ricordo che Claudia Bilia ci ha fatto pervenire.
“Il suo ricordo, di Santuzza, si è tramandato attraverso parole sussurrate e discorsi interrotti dalle lacrime. La zia Ofelia ne parlava solo a richiesta e dopo poco cominciava a piangere, quindi l’argomento era sempre lasciato a metà, senza approfondirlo. Comunque la sua versione corrisponderebbe a quella della mia bisnonna Rosa, madre di Santuzza e di mia nonna Argentina. Comunque quello cui teniamo di più e che deve interessare a tutti, è ricordare perché mai più si possa ripetere l’orrore di una guerra.
Santuzza, zia di mamma, una fotografia conservata in fondo ad un cassetto, dove si tengono i ricordi più cari. Un nome particolare, come particolare è stata la sua breve vita, che per un disegno del destino si è scontrata e poi fusa con la storia di tante altre persone, con la storia del nostro paese. Nata e vissuta nel cuore di Barga, in Via della Rota, a poche settimane dalla nascita del suo bambino cercò di raggiungere il marito che si trovava in Emilia Romagna, per essere con lui al sopraggiungere di quell’evento speciale. Chissà quanto ha meditato prima di partire giacché la guerra l’avrebbe messa in pericolo; ma con coraggio e determinazione ha compiuto un grande e generoso atto d’amore affrontando un viaggio sicuramente difficile, con mezzi di fortuna, per condividere quella gioia unica nella vita di una coppia, per riunire una famiglia. Purtroppo il destino ha fatto in modo che la sua vita fosse spezzata in modo crudele. Ora il suo nome è scolpito per sempre insieme con quello di tante altre persone là a MARZABOTTO e tutti conosciamo la vicenda dolorosa. Era stata molto amata e molte persone a distanza di anni hanno avuto per la mia mamma parole di solidarietà e gesti di affetto in nome di Santuzza, la somiglianza era evidente e ciò la ricordava a chi l’aveva conosciuta.
Ci piacerebbe che anche qui, tra la sua gente, fosse ancora ricordata e che fosse ripristinato un ricordo del suo sacrificio, in onore a lei e alle tante vite vittime innocenti di guerre inutili.
Sentitamente, a nome anche della famiglia di Paolo Angelini, vogliamo ringraziare tutti quelli che si sono interessati a riscoprire questa tragica e indicativa vicenda, e che ancora oggi condividono la tua e nostra idea del ricordo: ANPI di Barga, Sara Moscardini, Vincenzo Cardone e il Giornale di Barga e altri”.
In quest’anno che ricorre il 70° della Strage di Marzabotto sarebbe più che opportuno riproporre il ricordo, magari ponendo alle Stanze della Memoria una lapide che ricordi a tutti il sorriso di Santuzza Angelini, come sarebbe auspicabile un ricordo delle 69 vittime della disgraziata Campagna di Russia 1943, perché, prendendo a prestito le parole di una canzone di Guccini: “Gli eroi son tutti giovani e belli”.
Pier Giuliano Cecchi
Cardone Vincenzo
28 Aprile 2014 alle 16:19
Santuzza Angelini
Un grazie sentito a Pier Giuliano Cecchi per la tenacia da storico di razza nel fornirci notizie su una nostra concittadina trucidata insieme alla creatura che portava in grembo. Questo, come altri atti di feroce barbarie, devono essere un monito per noi e soprattutto per le nuove e future generazioni affinché negli uomini non prevalgano sentimenti così inumani. Un grazie anche a Claudia Bilia per aver condiviso con noi questo struggente ricordo della prozia Santuzza. Come ANPI ci faremo promotori, con l’Amministrazione Comunale, per ricordarla nel tempo ai barghigiani di oggi è di domani.