Non è così facile vedere tante persone riunite, colme di riconoscenza e affetto, per ricordare una figura diventata storica ancor prima della sua scomparsa, per i grandi meriti conseguiti durante tutto l’arco della vita.
Questa mattina a Barga, per ricordare Gualtiero Pia nel primo anniversario della sua scomparsa, c’erano davvero molte persone, segno tangibile e doveroso verso un cantore della “vecchia Barga”, un custode di storie e di atmosfere, un “nostalgico positivo” che con struggente impegno ha saputo tramandare la Barga del suo tempo.
Da mesi, stimolati da una lettera alla redazione del nostro giornale e dagli inviti giunti da molti cittadini affezionati a Gualtiero, si era formato un comitato composto da il Giornale di Barga, dalla Fondazione Ricci, dal professor Umberto Sereni, dai familiari e da tanti cittadini oltre che dal comune di Barga al fine di celebrare un personaggio fautore di molteplici contributi alla comunità in campo letterario, educativo e sociale.
Sabato 11 gennaio dunque, a pochi giorni dall’anniversario della sua scomparsa avvenuta il 15 gennaio 2013, si è concretizzato l’impegno del Comitato ed una grande e partecipata cerimonia ha ricordato l’uomo e il poeta per mezzo di un ricordo pubblico presso Palazzo Pancrazi, della scopertura di una lapide in sua memoria e con una mostra documentaria a proposito dei suoi innumerevoli lavori.
Guidato dal sindaco Marco Bonini, il ricordo di Gualtiero Pia anche con le parole del senatore Andrea Marcucci (“Gualtiero Pia è stato uno di quelli che lascia il segno per generosità d’animo, per ciò che ha fatto, per ciò che ha lasciato e per ciò che ha rinforzato”); del direttore del Giornale di Barga Luca Galeotti che ha sottolineato come l’impegno della comunità nel raccogliere fondi per la sua commemorazione (“Un ringraziamento speciale va alla famiglia Salerni di Firenze per aver stimolato, con una lettera, l’idea della realizzazione di una lapide ed ai bambini delle scuole elementari di Barga che raccogliendo paghette e rinunce sulle merende hanno potuto mettere insieme una somma importante da donare”); del professor Antonio Corsi, direttore scolastico ai tempi della carriera di maestro di Gualtiero Pia (“è stato un uomo dal multiforme ingegno che ha dato alla scuola come alla comunità tutto se stesso”); di Cristiana Ricci, presidente della Fondazione, che ha ricordato tra gli altri il libro “Caro Giovanni” che grazie a questa istituzione Gualtiero dedicò a Giovanni Pascoli.
Ma è stato soprattutto il professor Umberto Sereni a tracciare il profilo e la biografia di Gualtiero Pia con un lungo intervento con il quale ha affrontato la barghigianità e l’amore per Barga di Pia, la sua nostalgia per i tempi della giovinezza sviluppatasi tra le celebrazioni e le grandezze dell’operato di Morando Stefani, podestà fascista; il suo languore nel non trovarsi più a suo agio nella nuova Barga del dopoguerra, restando legato con nostalgia alla vecchia Barga, divenendone così custode, cultore e cantore.
Ma anche l’essenza del suo amore per Barga, ispirato, come tanti giovani di allora, da Giovanni Pascoli.
Dopo gli interventi davanti a vecchi amici, studenti, personaggi della cultura e della politica barghigiana riuniti in sala consiliare, le celebrazioni si sono spostate verso il museo delle stanze della memoria, dove, sulla parete esterna adesso Barga ricorderà per sempre Gualtiero Pia attraverso le parole di Umberto Sereni incise su una lapide che recita: “La struggente poesia della “Vecchia Barga” visse, raccolse, tramandò il buon Gualtiero Pia, meritando la riconoscenza dei suoi concittadini”.
All’interno dello spazio espositivo, grazie alla cura e all’allestimento della Fondazione Ricci, un’ampia raccolta di attestati, diplomi, trofei con cui Gualtiero Pia si è distinto, oltre che all’esposizione della immensa sua produzione letteraria che spazia da racconti, saggi, testi teatrali, poesie.
Tag: lapide, antonio corsi, morando stefani, Gualtiero Pia, fondazione ricci, Umberto Sereni, il giornale di barga
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