Tomas Orock Bessem è arrivato dal Camerun come tanti altri passando dalla Libia e successivamente da Lampedusa. Insegnante in una scuola primaria a Mamfe (ovest Camerun), e come molti suoi coetanei ha rischiato in cerca di un’occasione migliore. Era il 2010.
In Libia ha fatto molti lavori che i libici non volevano fare, specialmente nell’ambito dell’edilizia, ma allo stesso tempo, alla sera, insegnava inglese privatamente ad alcune famiglie. Non un minuto di tempo libero, poi la guerra e la necessità di spostarsi ancora.
Si è imbarcato per un altro continente, l’Europa. “Personalmente ho pagato 200 euro, ma altri pagavano anche di più” afferma Tomas. Così dopo cinque giorni di viaggio, senza né acqua né cibo, su di un barcone malandato, cui l’elenco delle nazionalità a bordo parlerebbe più di un qualsiasi studio sui flussi migratori Tomas è arrivato a Lampedusa. “Mi ricordo che la maggioranza delle persone imbarcate venivano dalla Nigeria, ma molti altri provenivano da: Congo, Camerun, Burkina Faso, Liberia, Costa d’Avorio, Guinea, di tutte le età, donne e bambini compresi” prosegue “a cose normali questo barcone poteva trasportare circa 300 persone, ma in in quel viaggio eravamo almeno il doppio, circa 600, tutti strettissimi”
A Lampedusa è rimasto un solo giorno, poi di nuovo in mare stavolta su un traghetto con destinazione Taranto e il CIE (centro identificazione ed espulsione) di Manduria. Dopo alcune settimane era ospite di un centro di accoglienza della Caritas a Carrara. Alcuni mesi dopo lo ritroviamo a Massa Marittima, in provincia di Grosseto, e alla fine di questo peregrinare nella primavera del 2012 giunge a Fabbriche di Vallico.
Ospite del centro di accoglienza di Fabbriche aveva svolto un corso e un tirocinio presso un azienda edile locale, organizzato dal consorzio So&Co di Lucca. Inoltre aveva fatto anche altri lavoretti socialmente utili per la piccola comunità della valle della Turrite, poi i fondi regionali sono terminati e a marzo 2013 il centro d’accoglienza ha chiuso.
Senza creare prospettiva alcuna, a chi era ormai quasi due anni che attendeva una risposta alla propria domanda di asilo, il Ministero dell’Interno ha concesso o fatto una sanatoria, a seconda dei punti di vista, un permesso di soggiorno della durata di un anno a tutti indiscriminatamente. Rendendo di fatto del tutto inutili i lavori dei due anni precedenti delle commissioni territoriali che vagliano i requisiti di ogni singola domanda.
Alla fine però a Tomas era andata anche piuttosto bene. Aveva trovato un alloggio vicino a Borgo a Mozzano e un lavoro come muratore presso Corsagna. Così tutte le mattine scendeva in bicicletta sino alla strada di fondovalle, dove con un suo collega si recava al lavoro in auto. Questa normalità è durata solo poche settimane, infatti una mattina un’auto che procedeva in senso inverso nella tortuosa strada che porta al fondovalle, lo ha centrato in pieno facendolo saltare fuori strada. Conclusione: femore rotto e spalla sinistra, che ad oggi, ha ancora dei seri problemi.
Dopo l’operazione all’ospedale di Lucca è stato trasferito all’ospedale di Barga, nel reparto di riabilitazione, dove ha iniziato tutte le terapie necessarie per tornare a camminare.
Barga è una piccola cittadina che è stata molto ospitale nei miei confronti.
afferma Tomas
Tutti sono stati gentili con me sin dal primo giorno in cui sono stato ricoverato nel reparto di riabilitazione.
Anche gli infermieri, i medici, i fisioterapisti e tutti gli operatori del reparto sostengono che Tomas sia stato il “paziente ideale”. Mai nervoso, mai scontroso, mai stanco, ma sempre gentile, educato e paziente.
Qui grazie anche ai volontari che svolgono il loro servizio all’interno del reparto ha avuto modo di conoscere il Vescovo di Pisa durante una sua visita.
Finito il periodo di degenza nel reparto, c’è stato anche chi ha pensato a come dare ospitalità a questo ragazzo che non può per ilmomento lavorare e doveva proseguire le cure: Tomas è ora ospite della foresteria del convento di San Francesco, gestito dall’Arciconfraternità di Misericordia di Barga, e circa tre volte a settimana si reca a Fornaci per continuare la riabilitazione.
Insomma nel nostro comune si è creato un forte legame, che forse nemmeno Tomas si aspettava; fra lui e i volontari o semplici cittadini che hanno offerto il loro tempo libero per poter in qualche modo rendere più confortevole il suo soggiorno.
Adesso Tomas ha ricominciato a camminare piuttosto bene ed in maniera autonoma. Spesso lo si vede solo o con amici in giro per Barga per un caffè o una visita all’Informagiovani.
Nel suo prossimo futuro c’è una visita in un centro specializzato di Legnano, in Lombardia, per cercare di risolvere il problema alla spalla che ha ancora dei seri problemi. Good luck!
Tag: volontariato, solidarietà, Arciconfraternita, Riabilitazione, tomas orock bessem, rifugiati, barga, volontari
Sandra
8 Gennaio 2014 alle 10:01
fortuna!
Ce ne vuole tanta! Ma io gliela auguro dal profondo del cuore.