Ecco l’intervento inviato alla stampa dal comitato per la sanità della Valle del Serchio di Castelnuovo che alla fine chiama in causa anche i nostri due rappresentati in consiglio regionale, Marco Remaschi.
Il comitato Per la Sanità nella Valle del Serchio ha visto, con amarezza, perfettamente confermate le proprie previsioni riguardo alle intenzioni della Regione Toscana per la Sanità della valle: tagli drastici, addio a reparti quali chirurgia e ortopedia. La relazione “tecnica” presentata da Sabina Nuti e Andrea Vannucci è stata desolante: un pasticciato tentativo di giustificare, a posteriori, la devastazione decisa a tavolino dal presidente Enrico Rossi. Era questo, presidente, ciò di cui parlava con tanto orgoglio di fronte a noi solo l’estate scorsa?
Almeno, la relazione ha aiutato a riunire Garfagnana e Mediavalle. Nelle sue molte pagine, infatti, non c’è una minima considerazione del sito indicato, dei flussi prevedibili, della viabilità, delle distanze; si citano soltanto i 59.000 utenti cui si indirizza l’ospedale, ovvero tutti i residenti da Minucciano a Borgo a Mozzano: è apparso evidente anche per questo che quegli 80 posti letto, quei servizi così ridotti sono quello che la Regione vuole in Valle a prescindere da qualsiasi ragionamento circa la localizzazione. Ma Marroni ha bisogno di una Valle del Serchio divisa, e quindi più debole: è sempre stata la sua strategia, e per questo durante l’incontro ha proibito al tecnico Vannucci di chiarire una volta per tutte questo punto. Forse perché Vannucci avrebbe ripetuto quanto già detto in altre sedi, cioè che tra siti così vicini non può variare la dotazione dell’ospedale? Ventuno sindaci, a quel punto uniti, sarebbero molto più difficili da fronteggiare.
È stato davvero triste vedere, a Monte San Quirico, due tecnici come Nuti e Vannucci chiusi in un silenzio imbarazzato di fronte alle domande puntuali dei sindaci: “Come mai nella relazione abbiamo solo una serie
di tabelle, e nessuna elaborazione dei dati? Come mai Vannucci a Dicembre ci disse che Ortopedia poteva rimanere in Valle, mentre oggi ci spiega che dobbiamo spostarla a Lucca? Come mai non si è minimamente considerato il dirimente aspetto degli esiti chirurgici? Come mai per alcune specialità avete ignorato l’expertise, cioè il grado di esperienza condivisa dai professionisti, così importante in medicina?” Non possiamo credere che i due tecnici ignorassero le risposte a queste domande: è evidente che il loro rifiuto di rispondere sia stato dettato dall’impossibilità di difendere una relazione che di tecnico non ha niente, una pura foglia di fico atta a coprire decisioni squisitamente politiche, cioè quei fortissimi tagli in arrivo o già attuati in tutti gli ospedali “periferici” toscani.Di fronte a tutto questo, il comitato nota l’assordante silenzio dei nostri rappresentanti in Regione, Ardelio Pellegrinotti e soprattutto Marco Remaschi, Presidente della Commissione Regionale Sanità eletto coi voti della Valle del Serchio: dobbiamo rassegnarci a un ospedalino del genere? O l’alternativa è mantenere i due stabilimenti esistenti, con la prospettiva che proprio lei ci ha illustrato più volte di “assistere lentamente alla morte dei due presidi attuali, alla loro progressiva soppressione, stante l’impossibilità di mantenerli”? Presidente Remaschi, questo è quello che ci avete raccontato per anni: aspettiamo parole di verità.
Tag: marco remaschi, comitato per la sanità della valle del serchio, relazione, Ospedale, ospedale unico, luigi marroni
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