Ha fatto bene la Fondazione Ricci di Barga, con la sua instancabile guida Cristiana Ricci, a dedicare una mostra a Rinaldo Biagioni nel centenario della sua nascita. Biagioni è stato indubbiamente uno degli artisti più interessanti espressi dalla Valle del Serchio nel secolo scorso, in grado di figurare accanto a grandi nomi come Giovan Battista Santini e Bruno Cordati nel panorama artistico valligiano del ‘900, ma mai per lui è forse arrivata la giusta la notorietà, mentre le sue opere meriterebbero di essere valorizzate e conosciute. Il merito di questo va oggi alla Fondazione Ricci che in un temporalesco pomeriggio, sabato 20 luglio, ha inaugurato una completa mostra retrospettiva che ripercorre tutti ii temi e le opere cari a Biagioni.
Ancora una volta la Fondazione Ricci è riuscita nel suo intento di sottolineare e far conoscere il bello ed il buono, per dirla alla Pascoli, di questa Valle del Serchio a livello artistico.. Un merito che le è stato riconosciuto anche dall’Amministrazione Comunale, sottolineato ieri dall’annuncio del sindaco Marco Bonini: il prossimo 24 luglio, il premio “San Cristoforo d’oro” assegnato ai barghigiani meritevoli, andrà anche alla Fondazione ed alla sua presidente Cristiana Ricci.
Visto il tempo non proprio estivo di ieri pomeriggio, la presentazione della mostra si è svolta nelle sale interne della Fondazione in via Roma, completamente gremite di pubblico. Oltre alla Presidente Ricci ed al sindaco di Barga Marco Bonini, il critico d’arte lucchese Mario Rocchi, che ha tracciato gli elementi portanti dell’arte di Biagioni ed il valore delle sue opere ed il figlio dell’artista, Raffaele, che è stato determinante nell’organizzazione di questa
retrospettiva.
Allestita al piano superiore della Villa che ospita la Fondazione, la mostra ripercorre attraverso sette sezioni i temi dell’artista: la prima sezione è dedicata alle vedute di Barga, mentre nella seconda si affrontano temi religiosi, con opere come la “Deposizione” o la “Natività” e opere di ritrattistica, care a Biagioni. Tra queste da ricordare anche la “Ricamatrice”, tema ricorrente e caro a tutti gli autori della Valle del Serchio, riproposto anche dai predecessori di Biagioni, da Adolfo Balduini a Giovan Battista Santini.
Protagonista della terza sezione è la natura morta, dove sono evidenti gli studi compiuti da Biagioni sulla composizione e la stesura del colore. Bassorilievi e dipinti di piccole dimensioni dedicati alla campagna e ai temi rurali compongono invece la quarta sezione. Anche i disegni del periodo ravennate trovano spazio nella mostra, insieme ai soggetti marinari legati all’attività portuale, dai marinai alle imbarcazioni. La mostra si conclude con alcuni dei dipinti premiati ai numerosi concorsi e ai quali Rinaldo Biagioni era particolarmente affezionato, come “Il Porto”, vincitore del “Premio Triglia d’Oro” del 1955.
La mostra si completa poi con alcuni quadri della produzione più tarda, documenti e disegni realizzati durante gli anni dell’insegnamento, oltre a sculture in gesso e terracotta realizzate tra gli anni Quaranta e Cinquanta.
In tutto ben 90 opere sono esposte alla Fondazione dove la mostra, realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, rimarrà aperta fino al 25 agosto (ingresso libero, il martedì dalle 9 alle 12 e dal venerdì alla domenica dalle 16 alle 19 – Via Roma, 20 – Barga (Lucca); 0583/724357; fondricci@iol.it; www.fondazionericcionlus.it)
Dalla Valle del Serchio al mare: apre a Barga nel centenario della sua nascita la mostra dedicata a Rinaldo Biagioni e al suo amore per la sua terra. Sabato 20 luglio alle 18 nelle sale della Fondazione Ricci Onlus, si apre la mostra a ingresso libero che celebra con 90 opere tra pitture, sculture e disegni la passione che Biagioni metteva nel raccontare Barga e la Valle del Serchio. All’inaugurazione saranno presenti la presidente della Fondazione Ricci Onlus, Cristiana Ricci, il sindaco di Barga, Marco Bonini e il critico d’arte, Mario Rocchi.
Rinaldo Biagioni fu scultore e pittore barghigiano erede di quella scuola di pittori locali che raccontavano con trasporto il territorio, appunto Giovan Battista Santini e Bruno Cordati, ma anche Alberto Magri. Se un altro merito possiamo trovare nell’esposizione apertasi sabato 20, quello di sottolineare anche un elemento di differenza tra l’artista e gli altri maestri dell’arte: una più ampia rosa di scelte pittoriche in cui si racconta .la natura, il lavoro nei campi e i paesaggi della Valle del Serchio e non solo quelli.
Tag: fondazione ricci, rinaldo biagioni, bruno cordati, giovan battista santini, alberto magri
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