Ospedale e riorganizzazione. I sassolini nella scarpa del sindaco Bonini

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Direttamente o indirettamente, sulla vicenda ospedaliera della Valle del Serchio, il sindaco di Barga, Marco Bonini si è sentito chiamato in causa più di una volta. L’ultima proprio ieri quando il sindaco di Castelnuovo Gaddo Gaddi, sostenendo l’importanza dell’unità della Valle per impostare la futura battaglia in difesa degli ospedali minacciati dalla riorganizzazione toscana, ha affermato che la divisione della Valle nasce da posizioni di campanile di Bonini.
Così il primo cittadino di Barga ha deciso di chiarire questo ed altri punti e lo ha fatto in questa intervista.

Partiamo dalla questione ospedale unico. Ma a questo punto visti gli sviluppi, secondo lei si arriverà mai a questo progetto?

“Io direi di partire dalla riclassificazione delle strutture ospedaliere, o meglio dall’accordo siglato dall’assessore Marroni che, a mio parere, è completamente sbagliato perché non tiene conto delle esigenze locali e delle zone montane. Pare che adesso l’assessore abbia fatto dei passi indietro rispetto a quanto uscito sulla stampa, ma qualora questo accordo andasse avanti, lo dovremo certamente combattere e contrastare con ogni mezzo, anche perché, quanto vi è stabilito, è in netto contrasto con quello che lo stesso Marroni ha detto più di una volta alla conferenza dei sindaci ed anche con quello che tutti stiamo aspettando venga a dirci nelle prossime settimane” .

Bonini si riferisce all’incontro previsto tra Marroni e la conferenza dei sindaci, per illustrare la relazione sanitaria della commissione nominata dalla Regione per capire, come a suo tempo promesso, che tipo di ospedale sarebbe stato realizzato nella sede votata di Piano Pieve. L’incontro sarebbe previsto prima delle ferie di agosto e quindi entro il mese di luglio.

“Comunque – continua Bonini – la nostra posizione è sempre stata chiara. Lo abbiamo detto tante volte: l’ospedale unico può essere una risorsa necessaria ed utile per la Valle, purché sia un ospedale completo di tutti quei servizi di cui la valle ha bisogno. Se invece dovesse risultare una gamba zoppa dei due presidi ospedalieri esistenti, con una conseguente riduzione dei servizi offerti attualmente, allora la proposta della Regione sarebbe solo una fregatura e sarebbe compito di tutti gli amministratori locali opporsi a tale decisione, qualunque sia il sito scelto per la sua realizzazione.

Se Marroni verrà insomma a dirci che l’ospedale sarà da 75 posti letto noi non saremo più disposti a sostenere questo progetto e lotteremo, come già stiamo facendo e come già abbiamo fatto nella manifestazione del 25 maggio, perché continuino ad esserci servizi importanti presso le strutture ospedaliere di Barga e Castelnuovo.
Per questo abbiamo sostenuto a suo tempo, e continuiamo a sostenere, che la scelta del sito idoneo alla costruzione del nuovo ospedale non può prescindere dalla tipologia di ospedale che verrebbe realizzato dalla regione sui due siti di Mologno e Piano Pieve e che si dovesse procedere alla votazione solo dopo aver avuto i chiarimenti necessari dalle regione stessa. Per questo siamo stati tacciati di campanilismo, mentre il nostro intento era solo quello di avere risposte certe dalla regione. Ora aspettiamo di sapere se queste risposte ci saranno, altrimenti non saremo disposti a portare avanti il progetto ospedale unico”.

Sulla stampa è intervenuto anche l’ex sindaco Sereni che ha sostenuto che l’aver messo in campo il progetto ospedale unico ha diviso ed indebolito la valle e l’ha portata allo sfacelo dal punto di vista sanitario. Che risponde a Sereni?

“Il progetto ospedale unico parte da lontano e certo non lo hanno inventato le amministrazioni attuali.Parte addirittura dall’importante Piano Rossi di cui ancora tanto si parla. In tal senso ci sono documenti ufficiali del 2007 e 2008 presi in varie sedi istituzionali con voto unanime di tutti gli amministratori allora presenti.Già nel Piano Rossi si prevedeva come punto finale proprio la realizzazione di un unico presidio ospedaliero. In questi ultimi anni l’operazione ha solo subito un accelerazione, a causa dei tempi difficili di ristrettezze economiche, ma era già prevista da tempo”.

Rimaniamo sul suo predecessore che ha rivolto a lei ed al sindaco di Castelnuovo un appello a ritrovare l’unità ed a portare avanti una battaglia in difesa dei due ospedali esistenti. Quale è la sua risposta?

“Siamo e sempre saremo per l’unità della Valle. In campo sanitario e per tutte le altre battaglie importanti.
La manifestazione organizzata a Barga il 25 maggio andava già in questo senso perché era per la difesa dei due presidi di Barga e di Castelnuovo. Quello che durante la manifestazione si chiedeva alla Regione era di salvaguardare i servizi esistenti e di stanziare più risorse per la sanità di tutta la valle. Della salvaguardia dei servizi essenziali alla salute dei cittadini siamo e continueremo ad essere convinti”.

Anche il sindaco di Castelnuovo Gaddo Gaddi l’ha chiamata in causa sul discorso dell’unità, attribuendole le responsabilità della divisione proprio per la posizione sul sito.

“Si sapeva fin dall’inizio che il progetto dell’ospedale unico prima o poi avrebbe portato ad una discussione anche accesa nella valle. Quando siamo andati a discutere dell’Ospedale unico noi abbiamo solamente sostenuto il sito che poteva dare le maggiori risorse in termine di risposte sanitarie. Dalle relazioni della regione veniva fuori che questo sito era quello di Mologno, ma avremmo ugualmente sostenuto il sito migliore anche se fosse stato altrove. Se Pieve Fosciana avesse avuto sulla carta le stesse possibilità, personalmente sarei stato comunque tranquillo di scegliere Pieve, sapendo che i cittadini della Valle avrebbero ugualmente avuto servizi adeguati, al di là dei km in più o in meno. Così non è stato perché i tecnici parlano di due presidi ospedalieri diversi. Quello che abbiamo chiesto era quindi solo di attendere le risposte certe dell’assessore Marroni prima di decidere l’eventuale localizzazione e poi muoversi tutti insieme per la soluzione più consona alle necessità della valle. Insomma, secondo me, un ospedale che non garantisce la sanità migliore non può essere sostenuto. Perché non serve a nessuno.
Mi sento quindi tranquillo da questo punto di vista e certo non mi assumo responsabilità che non ho. Se avessi sostenuto una posizione che avesse portato a dividere la valle per una struttura di livello inferiore, Gaddi avrebbe avuto ragione, ma io ho sostenuto sempre il sito che dava più risposte per tutta la Valle e soprattutto ho sempre sostenuto che era sbagliato prendere decisioni affrettate. Certe responsabilità vanno quindi attribuite a chi non ha voluto aspettare di sapere con certezza cosa la relazione tecnica avrebbe detto prima di procedere alla scelta del sito.
Comunque le dichiarazioni di Gaddi non mi sembrano poi così polemiche come si vogliono far sembrare. Se volessero attribuirmi responsabilità che non ho, le rimando al mittente. Qualora invece, come voglio credere, Gaddi volesse dire che dobbiamo lavorare tutti insieme per trovare le migliori soluzioni io sono ovviamente a disposizione. Per trovare, appunto, le migliori soluzioni.
Se però unità di intenti vuol dire convincerci tutti che l’ospedale giusto è quello da 75 posti letto noi non ci siamo e non ci saremo”.

La battaglia in difesa dei piccoli ospedali ha comunque assunto dimensioni regionali. Tempo fa l’appello ad una lotta comune le è stato rivolto anche dal sindaco di Volterra. Perché non ha mai risposto?

Ovviamente in linea generale siamo d’accordo con il sindaco Buselli, ma prima di muoverci in una direzione comune ritengo sia giusto e necessario aspettare l’incontro con l’assessore regionale. Poi siamo disponibili a fare una battaglia con tutti i comuni che difendono i piccoli ospedali. Siamo pronti a fare battaglia tutti insieme per difendere sia il “San Francesco” che il “Santa Croce” che sono i nostri due ospedali, sia gli altri ospedali che rappresentano un servizio essenziale per zone già disagiate come quelle montane. A questo scopo andranno più che bene iniziative unitarie con gli altri comuni che hanno le nostre difficoltà in Toscana”.

Dopo una partenza unitaria, con la manifestazione organizzata a maggio, ultimamente si sono un po’ congelati i rapporti con il Comitato per la difesa del cittadino di Barga sulla vicenda sanitaria. Come mai?

“Credo che le cose, perché possano essere fatte insieme, debbano essere prima discusse ed approfondite. Dopodiché si può uscire anche con idee e con iniziative diverse, ma dopo averle discusse ed essersi confrontati. Ultimamente vengono spesso prese posizioni unilaterali sulle quali siamo d’accordo su alcuni aspetti e magari meno d’accordo su altri.
Riteniamo comunque che se il lavoro del comitato è fatto per la difesa della sanità, sia comunque un lavoro importante, utile e prezioso. Se la finalità del Comitato è quella di difendere la sanità migliore, continueremo a perseguire la strada della collaborazione. Se invece risultassero, all’interno del comitato stesso, finalità diverse, è chiaro che la cosa non sarebbe più possibile ed ognuno si dovrebbe assumere le proprie responsabilità”.

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