Le origini dell’Eremo di Calomini

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Grande festa, domenica scorsa, nello splendido Eremo di Calomini per festeggiare i 97 anni di presenza dei frati cappuccini di Lucca. Per l’occasione è arrivato, anche, l’arcivescovo di Lucca Monsignor Italo Castellani. Alle ore 16.30 si è tenuta la  messa commemorativa. Alla giornata hanno partecipato  il vicario generale della diocesi Monsignor Michelangelo Giannotti, il ministro provinciale dei padri cappuccini della Toscana, Fra’ Luciano Baffigi, e Fra’ Natale Cocci, ultimo custode e rettore del santuario; tutti gli intervenuti hanno ricordato i 12 Frati Cappuccini che ancora sono presenti nella memoria dei fedeli , in particolare padre Alfonso Tomei di Torcigliano e padre Maurizio Porta di Virgoletta.

Scavato quasi interamente nella roccia, ma aggraziato all’interno da stucchi artistici e all’esterno dal portico ad archi, l’antico edificio è un gioiello -un tempo noto come Eremo di Santa Maria ad Martjres”- e rappresenta uno dei pochi esempi di architettura rupestre in Garfagnana: la sua struttura più antica è stata costruita, infatti, utilizzando una grotta. Della chiesa si ha notizia già dal XIV secolo: il 23 luglio 1361 un certo Azzetto del fu Orsuccio da Verni di Gallicano decise di dedicarsi alla custodia  della “cella” eremitica e offrì tutti i suoi beni, mobili e immobili, alla stessa chiesa. Si ha però ragione di credere che il romitorio esistesse già nei secoli precedenti quando si assistette a uno straordinario sviluppo di istituzioni eremitiche e una straordinaria venerazione post mortem, di alcuni asceti, da parte delle popolazioni locali. Figure come San Pellegrino delle Alpi, San Doroteo di Cardoso e San Viano Di Vagli Sopra, la canonizzazione di questi eremiti avvenne in maniera spontanea dalle popolazioni locali che ancora oggi praticano e conservano le reliquie di questi loro santi.

Molte sono le leggende che si raccontano sull’origine del luogo sacro: una afferma che intorno all’anno Mille una immagine della Madonna apparve nei pressi di Calomini ad una ragazza, la sacra reliquia fu portata a Gallicano, da cui dipendeva allora la parrocchia del villaggio, ma l’immagine ritornò da se a Calomini per cui nel luogo dell’apparizione fu costruito il santuario. Un’ altra storia afferma che alcuni pastori trovarono nei pressi della montagna una statua della Madonna e la posero all’interno di una grotta: in seguito a questo fatto si compirono molti miracoli e il luogo divenne così meta di pellegrinaggi per cui vi venne costruito un santuario scavato nella roccia. Un’altra storia, risalente all’anno Mille, narra di una bambina che si arrampicò sulla montagna e vide l’immagine della Madonna che fu portata in seguito nella chiesa di Gallicano, ma l’immagine preferiva la grotta e così fu ritrovata nel bosco dove era apparsa alla bambina, dove poi fu costruita la chiesetta. Infine, l’ultima storia, narra di una donna di Calomini che precipitò dalla scoscesa parete del monte ma quando toccò terra si accorse di essere completamente integra perché, mentre cadeva, aveva invocato la Madonna…leggende che si perdono nei secoli bui. Di certo c’è che in quel luogo inospitale fu costruito il santuario che divenne, ben presto, meta di pellegrinaggi.

Spesso a piedi scalzi, sanguinanti, gli antichi pellegrini vi giungevano dalle diocesi di Modena, Reggio Emilia, Pontremoli, Massa Carrara, Pescia, Pistoia, Lucca, Pisa e molte altre. Gli eremiti che lo abitarono, scavarono intere camere nella roccia, pregavano e lavoravano nello spirito della Regola del Terz’Ordine Francescano che professavano.

Per la spontanea generosità delle genti il Santuario conobbe, tra il XV e il XVII secolo, un periodo di prosperità. In epoca napoleonica, però, le sorti dell’eremo andarono mutando a causa delle leggi di soppressione degli enti ecclesiastici imposti dal governo francese. Tra i mesi di giugno e agosto del 1798 tali disposizioni interessarono direttamente  il territorio della Garfagnana, dove furono soppresse oltre cento istituzioni religiose; questo periodo segnò il declino del luogo di culto.

Dal 1870 al 1884 rimase solo Fra Domenichino, l’ultimo degli eremiti, alla cui morte subentrò Don Ricci, parroco di Calomini fino al 1914. In quell’anno l’eremo passò sotto la custodia dei Padri Cappuccini che hanno festeggiato domenica la loro quasi centenaria presenza.

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