Mirtilli, funghi e caccia… Ecco le regole (e l’autunno)

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L’estate è quasi finita, e con l’avvicinarsi dell’autunno la vita riprenderà un ritmo più tipico e tradizionale: già dall’Alpe sono arrivate a Barga cassette e cassette di mirtilli, e presto, forse, avremo di nuovo anche i funghi.

Si torna così alle occupazioni che non sono solo retaggio dei nostri nonni, ma anche di coloro che per gusto, passione o business non rinunciano a sfruttare – in senso buono – il territorio, raccogliendone i frutti e cacciandone gli animali.

Perché l’ambienta non ne risenta, perché le selve e gli animali non siano sopraffatti dalla smania degli uomini, però esitono dei regolamenti che è bene avere a mente, stilati dagli enti competenti e adattati alle esigenze del territorio.

Mirtilli & Co.
Se per esempio queste ultime domeniche di bel tempo volete sfruttarle per raccogliere mirtilli sull’Omo, il Giovo o il Rondinaio, (se ce ne sono ancora) sappiate che sul versante toscano (quello di Barga, per intenderci), la raccolta dei frutti del sottobosco è libera e non serve alcuna autorizzazione se siete residenti nel comune: è sempre bene però portare con se un documento che attesti questo requisito , mentre se invece “scollettate” sul versante emiliano, calcolate che non è consentito raccogliere più di 5 chili di funghi e 3 chili di lamponi e mirtilli (fonte: asbuc barga).

I Funghi
Anche per chi va a funghi non serve alcun tipo di autorizzazione, sempre che sia residente nel comune di Barga e che si rechi a cercarli in qualche selva del comune; per tutti gli altri serve invece un permesso che si differenzia in base alla regione di residenza: i toscani, per raccogliere funghi in toscana devono versare 13 euro per un’autorizzazione valida sei mesi oppure 25 euro per un anno, mentre per chi non risiede in Toscana la spesa è di 15 euro per un giorno, 40 euro per sette giorni consecutivi, oppure 100 euro per un anno.
Attenzione però anche a cosa raccogliete e come lo trasportate: le regole sulla raccolta dei funghi stilate dalla Regione Toscana e valide dal 1° gennaio scorso sono molto chiare.

Guai a raccogliere funghi troppo piccoli (la cappella dei porcini deve avere un diametro di almeno 4 cm per finire nella gerla) e guai ad usare attrezzi come rastrelli, che possano in qualche modo danneggiare il terreno o le radici del fungo. Divieto anche ai sacchetti di plastica, soprattutto perché impediscono, mentre continuate la ricerca, la diffusione delle spore: meglio contenitori rigidi e areati come canestri e gerle, che tra l’altro permettono anche una migliore conservazione.

A meno che l’ente competente sulla zona non decida diversamente, la raccolta si può effettuare ogni giorno, ma mai di notte: il periodo consentito è da un’ora prima dell’alba a un’ora dopo il tramonto.
Se poi trovate la fungheta dei vostri sogni, ricordate che – sempre se siete residenti – il limite massimo di raccolta è di dieci chilogrammi per ogni fungaiolo, limite che scende a tre chili se non risiedete nella zona in cui vi trovate.

La Caccia
Piaccia o no, un’altra attività molto praticata in autunno, anche da queste parti, è la caccia. Anche in questo caso esistono regole e calendari che disciplinano la stagione venatoria, che quest’anno si aprirà domenica 18 settembre e si concluderà il 31 gennaio, con una “pre – apertura” domenica 4 settembre, giorno in cui sarà possibile cacciare dalle 6.30 alle 19.00 solamente tortore, colombacci, merli, gazze, ghiandaie e cornacchie grigie.

Dal momento dell’apertura della caccia vera e propria, invece, si potrà cacciare tre giorni a settimana scegliendo tra il lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica, con stop perentorio il martedì e il venerdì.

Anche il carniere ha un limite stabilito dal regolamento provinciale, che prevede, per ogni giornata di caccia, un massimo di due capi di selvaggina stanziale e venti di animali migratori. Regole particolari per la lepre (massimo una per cacciatore), per i palmipedi (massimo otto), per le beccacce (non più di tre) e per le tortore (dieci e non di più).

Per chi va a caccia di lepri, il periodo venatorio finirà il 30 novembre, mentre si allunga al 31 dicembre la caccia al coniglio selvatico, all’allodola, al merlo, alla pernice rossa, alla quaglia, alla starna e alla tortora; comincia invece il 2 novembre la caccia al cinghiale, mentre è possibile cacciare per tutto il periodo di apertura l’alzavola, la beccaccia, il beccaccino, la canapiglia, la cesena, il codone, il colombaccio, la cornacchia grigia, il fagiano, il fischione, la folaga, il frullino, la gallinella d’acqua, la gazza, il germano reale, la ghiandaia, la marzaiola, il mestolone, la moretta, il moriglione, la pavoncella, il porciglione, il tordo bottaccio, il tordo sassello, la volpe.

Visto da questo punto di vista l’autunno non sarà poi così noioso, anche considerando che sarà foriero di castagne da arrostire o bollire, oppure da seccare e macinare, ma sempre comunque complici di un bicchiere di vino e di buona compagnia.

Nell’augurarvi quindi buona raccolta, o buona caccia, non ci resta che chiedervi di rispettare l’ambiente, senza estirpare, calpestare, sporcare i luoghi da cui passate; e poi, una volta casa, fateci sapere come è venuto il risotto ai funghi, il fagiano in umido, la crostata di mirtilli o la mondinata con gli amici.

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