Continua, in questo centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, il nostro viaggio tra i personaggi e i fatti del Risorgimento in Valle del Serchio, oggi vogliamo parlarvi di un grande patriota e statista che “volle e fece l’Italia”: Nicola Fabrizi. Nato nel 1804 a Sassi (anche se alcune fonti sostengono sia nato a Modena), fin dall’adolescenza fu animato da un fervente impegno politico: entrato in una società carbonara, fu arrestato a causa della sua partecipazione alla fallita cospirazione di Ciro Menotti. Dopo la detenzione si rifugiò a Marsiglia dove si avvicinò al pensiero di Mazzini ed alla sua Giovine Italia. Partecipò all’impresa dei Mille, sbarcato il 2 giugno 1860 sulla costa orientale siciliana alla guida dei suoi uomini conquistò, con un inarrestabile avanzata, la parte sud orientale dell’isola. Per questa sua impresa, Garibaldi, lo promosse Generale e ministro della Guerra del Governo provvisorio Mordini. Pochi anni dopo fu di nuovo al fianco del Generale prima in Trentino, nel 1866, e poi nella Battaglia di Mentana. Fu Deputato del giovane Regno d’Italia per 8 legislature. Dopo la sua morte, nel 1855, la Camera dei deputati fece erigere, in suo onore, un busto marmoreo a fianco a quello di Garibaldi. Ma anche la Garfagnana, in cui era cresciuto, non si dimenticò di lui: nel 1888, per volontà della Società Operaia, fu collocato, al riparo della Rocca Ariostesca di Castelnuovo di Garfagnana, un mezzo busto scolpito da Antonio Allegretti. Pochi anni dopo, Giovanni Pascoli, volle che anche nel piccolo paese di Sassi fosse ricordata, con una targa sulla casa natia, quell’illustre concittadino che, come aveva detto Antonio Mordini, fu uno “dei più benemeriti veterani della causa della libertà, dell’indipendenza e dell’unità d’Italia” che ammirava “i puri” ma diffidava dai “puritani”.
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