L’olfatto dei cani può riuscire a individuare un cancro del colon-retto meglio di un test del sangue occulto e con la stessa efficacia di una colonscopia. Lo ha dimostrato uno studio giapponese pubblicato dalla rivista Gut, che ha verificato le abilità di un labrador nel riconoscere la ‘firma’ del tumore nell’alito e nelle feci dei pazienti. La star di questo studio si chiama Marine, ed è un labrador retriever femmina di 9 anni che fa parte di una muta addestrata dal St.Sugar Cancer Sniffing Dog Training Center di Minamiboso, nella prefettura giapponese di Chiba.
“Al cane – spiega Hideto Sonoda della Kyushu University – sono stati fatti odorare campioni di alito e di feci di 300 persone, un quarto delle quali affette dal tumore del colon retto, e l’animale è riuscito ad individuare i pazienti malati con un’accuratezza del 95% nel primo caso e del 98% nell’altro, riuscendo a distinguere anche fra tumori e polipi benigni.
Cosa è risultato da questi esperimenti?
“Il risultato – chiarisce Hideto Sonoda – è paragonabile a quello della colonscopia, davvero migliore di quello che si ottiene con la ricerca del sangue occulto nelle feci. Più che indicare nell’uso dei cani un nuovo metodo di screening, lo studio conferma che il tumore ha una sua ‘firma’ chimica che può essere individuata”.
Cosa possiamo auspicare oggi?
“Se riusciremo a isolare la molecola che viene odorata dai cani – spiega Hideto Sonoda – potremo studiare dei sensori in grado di individuarla”.
Quale è il cane che vi è servito per questa ricerca?
“E’ un labrador femmina, ha nove anni e un olfatto incredibile. Nove volte su dieci indovina la patologia.
E la scienza che ne pensa?
“La scienza ora vuole arruolarlo”.
Cosa ne consegue?
“È fatta! Il nostro servizio sanitario, i nostri ospedali e centri di ricerca in perenne crisi finanziaria possono smettere di alzare lamenti al cielo per i tagli e tirare un respiro di sollievo. Se le notizie che ci arrivano dal mondo animale – questo sorprendente e spesso sottovalutato e maltrattato universo – saranno verificate dalla prassi, è in arrivo un metodo diagnostico, praticamente infallibile, in grado di far risparmiare migliaia di vite e milioni di euro”.
Come si chiama questo metodo?
“Si chiama tartufo. No, non il tuber magnatum che costa follie (dove sarebbe il risparmio?). Il tartufo – tutti i padroni di cani lo sanno – è il morbido, umido naso dei nostri amici, quello con il quale fanno ‘sgnuf, sgnuf’ e lo stampano sui vetri della macchina. Ma il tartufo dei cani – cioè il loro prodigioso olfatto – è in grado di fare ben altro. Già cinque anni fa, pur tra molte perplessità, l’American Cancer Society si occupò degli studi condotti per conto dell’Università di Berkeley in collaborazione con l’Accademia polacca delle Scienze in una clinica californiana: tre labrador e due spaniel portoghesi avevano annusato il tumore al polmone in pazienti malati con la strabiliante precisione del 99 per cento, mentre avevano azzeccato il tumore al seno con una precisione solo dell’88 per cento. Cioè una percentuale molto vicina a quella di una mammografia. Mentre la diagnosi di tumore al polmone è risultata più precisa e più precoce di tutti i marker, di tutte le Tac Spirale e di tutti i test genetici”.La ricerca va avanti?“Gli studi sono proseguiti in varie parti del mondo, sulla base di una informazione che proviene dalle sostanze emesse dalle stesse cellule malate. E ora una strabiliante conferma: i cani possono individuare anche il tumore al colon – retto in fase precoce. La scoperta ha un nome: Marine, un bel labrador retriever femmina di nove anni che ha lavorato con un team di scienziati giapponesi guidati dal dottor Hideto Sonda della Kyushu University . Marine è stata addestrata da un centro specializzatissimo, il St. Sugar Cancer Sniffing Dog Training Center di Minamiboso nella prefettura giapponese di Chiba. Ed è stata messa alla prova testando il respiro e i campioni di feci di trecento persone, tra malati di cancro, persone sane e pazienti con patologie che potevano portare alle neoplasie intestinali. Marine ha identificato quali campioni provenissero da persone malate con una percentuale del 95 per cento nel test sul fiato e del 98% in quello sui campioni di feci. E la sua accuratezza è addirittura risultata maggiore nei casi in cui la malattia era in fase precoce. Capito? Un naso canino si è rivelato efficace quanto una colonscopia o un test per la ricerca di sangue occulto nelle feci. Il caso è approdato alla rivista scientifica ‘Gut’ e viene a confermare le ricerche già in atto da tempo: l’Accademia delle Scienze Polacca – i cui studi già nel 2006 appurarono che i cani possono percepire le sostanze chimiche che si formano nei processi distruttivi delle cellule, anche se presenti nell’aria in quantità infinitesimali – riportava il caso di cani che leccavano furiosamente piccole lacerazioni della pelle dei loro padroni, ferite che poi si erano rivelate come melanomi”.
.La miracolosa sensibilità dell’olfatto canino indica – come sottolineano gli autori dello studio giapponese- che il tumore lascia una ‘firma’ a noi ancora invisibile. “Se un giorno – spiega il dototr Hideto Sonoda – riuscissimo a isolare la molecola odorata dai cani, potremmo sviluppare dei sensori in grado di individuarla”.
Sulle basi di queste vostre conoscenze cosa possiamo auspicare per il futuro?
“Per il momento le scoperte scientifiche confermano solo quanto poco noi sappiamo degli animali che ci vivono accanto e quanto invece dobbiamo loro. Quanto sia profondo e insondabile il loro essere e quanto smisurata la nostra superficialità, pari solo alla gratitudine che invece dovremmo nutrire per loro”.
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