Stranamente da mesi associazioni ambientaliste e sostenitori del nucleare si trovano a combattere una comune battaglia contro i cosiddetti parchi eolici. Come mai avviene questo? Ci sono motivi reali o si tratta solo di moderni Don Chisciotte che partono lancia in resta contro i mulini che producono energia elettrica o, sia pure per opposte ragioni, i primi, gli ambientalisti, per motivi paesaggistici; i secondi, i sostenitori del nucleare, per motivi di natura tecnica ed economica? Comunque entrambi, sia pure da diversi punti di vista, sono divenuti, a sentir loro i paladini, strenuamente si oppongono a quello che sostengono essere un costoso danno per l’ambiente.Certo come avviene sempre, soprattutto agli esordi, anche l’impatto di queste tecnologie ha creato dei problemi, a cui comunque si cerca di ovviare con adeguati provvedimenti. Dopo Puglia e Basilicata, dove queste soluzioni hanno trovato diffusa applicazione, anche la Valle D’Aosta, prima regione del Nord, si avvia a regolamentare
meglio la realizzazione degli impianti alimentati a fonti rinnovabili: Con una deliberazione che sarà efficace a breve con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, la Giunta ha posto fine alla realizzazione selvaggia di impianti fotovoltaici ed eolici in Valle d’Aosta. “È inutile dire che siamo assolutamente a favore degli impianti per la produzione di energie rinnovabili e sostenibili – hanno spiegato il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, e l’assessore alle Attività produttive, Ennio Pastoret – ma al tempo stesso c’è l’esigenza di tutelare il territorio ed il sistema paesaggistico. La delibera, adottata di concerto con tutti gli assessorati interessati, e sentiti i soggetti interessati, individua le zone dove è vietato costruire impianti per la produzione di energia rinnovabile.” Diverso il punto di vista di uno dei più strenui oppositori di queste realizzazioni, l’ingegnere Giorgio Prinzi, Segretario del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare, parte interessata e concorrente, forse anche per questo interessante ascoltare.
Ingegnere, come avversate in modo così netto delle soluzioni che l’opinione pubblica sembra invece gradire?“Alcuni mesi fa – ci spiega – fece scalpore la notizia che gli impianti fotovoltaici spagnoli erogavano a iosa nelle ore notturne quando, non essendoci sole, la loro produzione avrebbe dovuto essere nulla. Si ipotizzò che il “miracolo” fosse stato reso possibile mediante l’erogazione di grossi generatori diesel collegati alla rete tramite i “morsetti” delle installazione fotovoltaiche per potere lucrare sulle generose sovvenzioni a questo genere di produzione che in Spagna, come in Italia e in tanti altri Paesi condizionati dalla cultura ecoambientalista dominante e dai complessi derivanti dal Protocollo di Kyoto, vengono dissipate per sostenerle“.
La notizia ha avuto ripercussioni?“No sulla vicenda è calato un pietoso silenzio. Purtroppo anche in Italia – spiega Prinzi – non tutto è chiaro e trasparente sulla realizzazione di impianti che producono da rinnovabili e, soprattutto in relazione all’eolico, numerose sono le inchieste avviate dalla Magistratura, che però indaga su aspetti di legalità formale, di rispetto delle leggi e delle norme vigenti, di eventuale corruzione nell’ottenimento dei permessi, tralasciando del tutto l’aspetto tecnico, quello dell’effettiva erogazione di queste installazioni, che, in alcuni casi, sarebbero stati realizzati addirittura in siti poco ventosi. Per questi motivi abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulla stesura di uno strumento di calcolo agevole e veloce“.
In cosa consiste?“Ci siamo sforzati di realizzare uno strumento di calcolo agevole e veloce, ma soprattutto a portata di persona poca pratica con conti e calcoli, che consentisse di valutare con buona approssimazione l’effettiva erogazione, in relazione al sito, di questo genere di impianti, sia per difendere i produttori seri e onesti che verrebbero messi fuori competitività da eventuali truffe che, oltre essere un danno per la collettività, falserebbero con metodi corruttivi l’acquisizione delle necessarie autorizzazioni. Inoltre il metodo può divenire uno strumento efficace per motivare l’opposizione a certi parchi eolici da parte dei gruppi e delle comunità che li rifiutano, oltre che una “cartina di tornasole” con cui la Magistratura potrebbe farsi una rapida e realistica idea della congruenza della singola realizzazione“.
In che modo questo strumento è stato realizzato?“Abbiamo stilato un foglio di calcolo Excel particolarmente semplice ed immediato, i cui risultati riportiamo in figura “1”.
Inoltre, ogni macchina ha una sua curva caratteristica di erogazione(figura “2” in funzione della velocità del vento.
In genere l’erogazione inizia con una velocità minima del vento di 3 metri al secondo; va a regime per correnti aeree tra gli 11 e i 12 metri al secondo (un metro al secondo equivale a 3,6 chilometri l’ora, per cui 3 m/s x 3,6 = 10,8 km/h), erogando a potenza costante sino a 21 ÷ 25 m/s (tra i 75,6 e i 90 km/h) quando, in relazione alla robustezza della realizzazione, le pale vengono “messe in bandiera” (disattivate) per evitare il collasso della struttura.Il costruttore di una girante eolica,quella di figura “2” assunta nello specifico ad esempio, di potenza di targa a regime di 2.000 chilowatt dichiara la seguente escursione di potenza al crescere della velocità del vento, certificata da una prestigiosa università. In tabella (figura “1”) abbiamo riportato nella colonna a fondo grigio i valori della velocità del vento; nella colonna a fondo azzurro le relative potenze dichiarate e certificate; nella colonna a fondo verde lo spirare in ore annue per relative fasce di velocità del vento; nella colonna a fondo arancio i relativi chilowattora annui erogati. I dati di ventosità (figura “3”) relativi ad un sito rappresentativo della Sardegna, regione particolarmente ventosa, sono di fonte Enel.
Nel caso specifico di sito classificato come particolarmente ventoso il totale delle ore di azionamento (somma del diverso spirare del vento) delle pale è di ore 2985, pari al pari al 34% delle ore totali di un anno (8760 ore), per complessivi 1.516.242,5 chilowattora generati che, a causa del variare della potenza erogata in funzione della velocità della corrente aerea rappresentano un fattore di carico di appena l’8,7%. A parità di potenza una centrale nucleare che si caratterizza per un fattore di carico tra l’85 ed il 90% erogherebbe tra i 14.892.000 e i 15768000 annui. Pertanto, a parità di potenza di targa e per valori simili del costo unitario della potenza installata una macchina eolica genera tra il 9,6 ed il 10% dei chilowattora annui erogati da una pari potenza nucleare. Ecco i motivi della nostra avversione a questo genere di realizzazioni, che producono chilowattora costosissimi“.
Dove si può trovare lo strumento di calcolo elaborato dal Cirn e, soprattutto, come funziona?Il foglio calcolo da noi elaborato, scaricabile dalla pagina http://www.giorgioprinzi.it/nucleare/audiovisivifonti/energia.htm consente la valutazione della congruenza della produzione dichiarata in funzione di un particolare sito e della tipologia delle macchine installate. Lasciando fissi i valori della colonna grigia e inserendo, nella colonna azzurra, i corrispettivi valori di potenza dichiarati dai vari costruttori per le particolari macchine sotto esame e, nella colonna verde, il numero di ore di funzionamento relativo alle medesime fasce, automaticamente nella colonna arancio compariranno i chilowattora annui prodotti in relazione alle singole fasce di velocità del vento e, al rigo 21 colonna “D” il loro totale complessivo. Se il valore così calcolato si discosta sensibilmente da quello dichiarato dal gestore dell’impianto e dal cittadino utente a caro prezzo remunerato in bolletta elettrica, forse sarà il caso di chiedere chiarimenti. Un’arma che riteniamo efficace per opporsi alla realizzazione selvaggia in siti inadatti, più in generale a questo tipo di realizzazioni“.Sull’argomento si è espresso anche Vittorio Sgarbi, Sindaco di Salemi una cittadina siciliana in provincia di Trapani: “Mi appello – ha dichiarato – al presidente della Regione perché stabilisca definitivamente il veto all’eolico in tutta la Sicilia, bloccando gli affari miliardari di multinazionali attraverso gli “sviluppatori” (intermediari in grado di rendere agevoli le autorizzazioni; N.d.R), che hanno visto la Sicilia come facile terra di conquista“. Vittorio Sgarbi, che ha anche per questo ricevuto minacce di morte, ha rilasciato queste a commento dell’inchiesta che ha portato al sequestro di beni per 1,5 miliardi di euro all’imprenditore di Alcamo Vito Nicastri, ritenuto vicino al boss mafioso Matteo Messina Denaro.”È arrivato il momento che il problema sia affrontato non dalla magistratura ma dalle autorità governative in particolare dal ministro Bondi” ha concluso Sgarbi pronunciandosi contro la non interrotta diffusione dell’eolico e del fotovoltaico nei luoghi più belli e nelle zone protette d’Italia.Certo, una panoramica varia e sfaccettata, ma che alla fine non chiarisce del tutto al cittadino comune se queste soluzioni servano davvero o sono solo strumentali per lucrare sulle pubbliche sovvenzioni.
Tag: eolico, nucleare, energia rinnovabile
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