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Andrea
25 Gennaio 2011 alle 16:15
Basta con questa retorica, insipiente.
Diciamo un pò le cose come stanno:”Dio ha consegnato gli animali a colui che egli ha creato a sua immagine. È dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti. Possono essere addomesticati, perché aiutino l’uomo nei suoi lavori e anche a ricrearsi negli svaghi.”Ed inoltre, e molto più gravemente:”Le sperimentazioni mediche e scientifiche sugli animali sono pratiche moralmente accettabili, se rimangono entro limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o salvare vite umane.”da: Catechismo della Chiesa Cattolica, parte III, 2417. Come si vede, la dottrina ufficiale utilizza parole chiare: l’animale ha il suo fine nella sola oggettualità coadiuvante l’uomo: di esso ci si può nutrire (dunque, naturalmente,lo si può uccidere); lo si può spellare (per confezionare indumenti di cadaveri per distinte e raffinate signore); è un oggetto di divertimento (lo svago…); la vivisezione poi…. figuriamoci… Insomma via, tutto ciò vi sembra amore e rispetto per gli animali? Si benedice oggi, si smembra domani.Dunque, ti prego, caro Giornale di Barga, dopo ben TRE articoli sul solito argomento, basta con tutta questa retorica, che non serve a nessuno, tanto meno (tanto peggio) alla causa animale.
Luca Galeotti
25 Gennaio 2011 alle 17:06
Non ho capito bene, Andrea….
Non ho capito molto bene il tuo intervento, Andrea. Scusami, ma evidentemente sono un po’ duro di comprendonio.Comunque sia ci spiegheremo al primo incontro, ma una cosa vorrei dirtela adesso, sul fatto che Il Giornale sia più volte intervenuto su un avvenimento. Legittima la tua critica, legittimo il mio diritto a pubblicare quello che ritengo opportuno.Un abbraccio.Luca
Valter Ghiloni
26 Gennaio 2011 alle 8:37
Animali
Stiamo contraddicendoci in tutto per quanto riguarda gli animali.Da una parte i cattivi, coloro che li usano per cibo, per vestiario, per diletto; anche per sperimentazioni mediche.Appartengo a questi (nel senso di coloro che mangiano e si vestono di animali, usano medicine sperimentate su animali, allevo animali per cibo), ma non ho mai torturato un animale, anzi, pur preferendoli liberi e in natura ho sempre curato e amato quelli con cui ho avuto a che fare.Dall’altra la negazione di ogni altra funzione dell’animale che di esser fine a se stesso.Mi dispiace, Andrea, non posso essere d’accordo con lei. L’amore per gli animali non può spingersi a questi livelli; un conto è l’utilizzo, anche per cibo o per vestiario, anche per ricerca medica, degli animali fatto in modo corretto e rispettoso dell’essere animale, un conto è il voler escludere completamente tutto questo: il suo ragionamento porterebbe a concludere che la natura in se è male, visto che animale mangia animale.Potrei anche concordare sull’opportunità o meno della porchetta di S. Antonio (anzi, personalmente mi ha dato fastidio, non per la porchetta in se che mangio volentieri ma per l’ambientazione e la data), ma spingersi oltre mi sembra francamente troppo.Si rischia di uccidere un automobilista solo perche magari investe un cane, fatto che, spero, non accadrà mai (e invece…), mentre non ci si cura più di tanto se lo stesso ha investito un bambino sulle strisce: è un incidente stradale.
Ercolini Sonia maria
26 Gennaio 2011 alle 13:54
grazie !
Grazie di nuovo Andrea per i tuoi messaggi sempre così illuminanti ! Come detto nel passato le nostre riunione sono aperti a tutti quindi ti invito a partecipare in modo che finalmente potrai esprimere i tuoi sentimenti relativo al nostro lavoro così “insipiente”. Ps. ci tengo a dire che la nostra associazione non ha fatto parte dell’organizzazione della “sagra della porchetta” svolta nello stesso giorno. Anche secondo noi era fuori luogo.saluti Sonia Ercolinisegretaria
Andrea
26 Gennaio 2011 alle 19:26
prego !
Gentile Sig.ra Ercolini, ma sono io che debbo ringraziarLa! Mi da sempre una buona occasione per dare risalto alle incongruenze del nostro sano e robusto provincialismo all’italiana. E poi, non se La prenda, come vede, malgrado non la pensi affatto come Lei, continuo a rispettarLa profondamente, e per questo continuo a darLe del Lei, soprattutto perchè non ho il piacere di conoscerLa (ma forse ora avrà scoperto di avere a che fare solo con un ventenne, a cui del lei certo non si dà…). L’unico appunto da me sollevato, era quello che Lei giustamente ricalca in merito alla “porchetta di Sant’Antonio”, rispetto alla quale, se davvero abbiamo a cuore tutti gli animali, un bel comunicato lo si poteva anche fare… ma forse, ciò implicava LA contraddizione di fondo, che cioè per un animalista, la porchetta, dovrebbe essere “fuori luogo” tutti i giorni.Caro Valter, il mio discorso non verteva su una questione di “natura”: l’ontologia lasciamola sui libri polverosi. Con la vecchia posizione che “è naturale” si va ben poco avanti: seguendo il suo ragionamento, e guardando alla storia nella sua ripetitività, l’uomo, che a quanto pare si è sempre cimentato in guerre sanguinose, sarebbe “normalmente” un essere bellicoso, battagliero, sanguinario; conseguenza di questa argomentazione sarebbe dunque che l’uomo apparirebbe nella sostanza incapace di nuove prospettive di pace e nonviolenza. Beh, io credo proprio di no: se l’uomo possiede davvero il “libero arbitrio” quale caratteristica differenziante dall’animale, allora può scegliere, e scegliere di non commettere violenza, malgrado quella sua stessa natura fagogitante esseri viventi di cui lei, Valter, sostiene essere caratterizzato l’uomo. Due citazioni, tutto riassumono:”Ora, così come c’è una luce che si frammenta in sette colorie poi in settanta volte settemila colori, allo stesso modo non vi è una vita umana e una vita animale, una vita spirituale, una vita intellettuale, una vita corporale, non viè che una vita che è la Vita, come non vi è che un Dio che è Dio, il Dio vivente, il Dio che è la vita.Ecco perchè l’essere vivente più oscuro, più abietto, più mostruoso deve suscitare in noi, al di là della paura, dello stupore e del disgusto, la meraviglia e la pietà,ma soprattutto il timore reverente della Presenza Divinasotto un velo che non si deve toccare.” (Lanza Del Vasto)”Sappiamo infatti che fino a ora, tutta la creazione geme ed è in travaglio.” (Romani, 8,20)
Valter Ghiloni
27 Gennaio 2011 alle 8:29
Rif: prego !
” l’uomo, che a quanto pare si è sempre cimentato in guerre sanguinose, sarebbe “normalmente” un essere bellicoso, battagliero, sanguinario”Sì, la storia ci dice e ci insegna proprio questo. Maestra, matrigna, falsa e vera allo stesso tempo.La storia ci dice che nel presunto tempo in cui l’uomo è stato sulla terra ci sono stati 4/5 giorni di conflitti contro uno di pace.La storia ci dice che ora, mentre sto scrivendo, ci sono 35/40 (qualcuno dice 47) conflitti attivi nel mondo, di cui 4/5 nella nostra cara vecchia e civile (!) Europa.La storia ci dirà (ora lo nega per ovvi motivi) che anche l’Italia oggi è impegnata in una guerra e forse in più d’una. Una guerra di prevaricazione, perchè non esistono le guerre per portare la pace: è contraddizione in se.L’uomo è essenzialmente animale. Razionale, ma animale.E lo spirito animale è bellicoso, è la parte razionale dell’uomo che lo spinge a cercare la pace.Ma quanto è difficile cercare la pace. Basta guardare ognuno nella propria casa, nella propria famiglia, a scuola, nel posto di lavoro….Chi non lotta per sopravanzare l’altro è perduto, sconfitto, umiliato; un debole, emarginato e prima o poi escluso e sconfitto (sarebbe qui da ricollegare un intervento di ieri del caro Giuseppe Luti a proposito della tragedia fornacina che ben si potrebbe attagliare).Che poi l’uomo di fede cerchi di trovare e proporre la pace, di promuovere ed esportare dal proprio io alla società la pace, ecco, è la giusta tendenza dell’essere umano che però ha bisogno continuamente di essere stimolata, provocata, punzecchiata, vivacizzata, sostenuta e alimentata. Basta distrarsi un attimo e l’aspetto emotivo, istintivo, irrazionale e prevaricatore dell’uomo prevale.La citazione della lettera ai Romani da Lei fatta è ben leggibile anche in quest’ottica: se l’uomo fosse essenzialmente essere di pace l’umanità gemerebbe quando si rompe il meccanismo della pace, ed invece geme in attesa….
Ercolini Sonia maria
27 Gennaio 2011 alle 9:44
Gentilissimo Andrea
Chiedo scusa se non Le ho riportato il dovuto rispetto.cordiali salutiSonia Ercolini
Andrea
27 Gennaio 2011 alle 10:19
Andrea
Caro Valter, stiamo affermando, a quanto pare, la medesima cosa. Quello che volevo sottolineare era solo questo: se davvero teniamo a questo Creato dilaniato, questa Umanità dispersa, in definitiva, a questa Vita così disprezzata, allora non si può ridurre la fenomenologia (la distruzione) a ontologia (l’uomo è distruttivo). Tutto qua. Infantile ottimismo? No. E’ bensì la scelta di assumere su di sè la tragicità del mondo, per cambiarlo:“Tanto dilagheranno violenza e materialismo,che ne verrà stanchezza e disgusto;e dalle gocce di sangue che colano dai ceppi della decapitazionesalirà l’ansia di sottrarre l’animaad ogni collaborazione con quell’errore, e di instaurare subito, a cominciare dal proprio animo(che è il primo progresso),un nuovo modo di sentire la vita:il sentimento che il mondo ci è estraneo se ci si deve stare senza amore,senza un’apertura infinita dell’uno verso l’altro,senza una unione di sopra a tante differenze e tanto soffrire.Questo è il varco attuale della storia.”(A. Capitini, 1947)
Valter Ghiloni
27 Gennaio 2011 alle 14:57
Rif: Andrea
Ognuno nel suo piccolo cerchi di fare quanto può per cambiare questo mondo e volgerlo al meglio. Cominciando da casa propria, dal proprio ambiente. La pace si crea dal basso, non può essere imposta.La differenza tra me e lei è l’età, che dall’entusiasmo giovanile fa scivolare piano piano nella constatazione che, nonostante una vita piena di impegno teso in direzione (ostinata e contraria, vorrei dire…), la direzione del vento non sembra cambiare. E quindi scema l’ottimismo per lasciar posto ad una rassegnata constatazione..Suggerisco di rileggere il testo di Girotondo di Fabrizio De Andrè…..Il finale è illuminante.E Lui era l’utopia personificata.