La pena di morte sembra così lontana nei giorni presenti, ed anche la letteratura locale nei riporta poche tracce, dato che la Toscana è stata il primo stato al mondo ad aver abolito questa inaccettabile punizione, e praticamente, non si ha notizia di un’esecuzione capitale dal 1786. Anche Barga, cittadina ridente e florida sin dal suo passato, sembra essere lontana anni luce da questa pratica.
Ma non sempre è stato così: l’impiccagione, a Barga, come pena a reati anche di poco conto, è esistita ed è documentata. Ne tracciano i contorni Cristian Tognarelli e Piergiuliano Cecchi in un opuscolo fresco di uscita dal titolo “La paura di Barga è alla Giovicchia”, in cui ripercorrono l’esecuzione di due malfattori appesi e poi lasciati sulla forca come monito lungo la Giovicchia, un tempo la via maestra che da Barga conduce a Fornaci.
Il fatto risale al 1756, trent’anni prima dell’illuminata “Legge di Riforma Criminale” emanata da Pietro Leopoldo Granduca di Toscana, ispirata dall’opera di Cesare Beccaria “Dei delitti e delle pene” pubblicata nel 1763.
Anche se macabro, un altro bel frammento della vita e della storia barghigiana, ben documentato e integrato con documenti storici che entra a far parte di quell’”Archivio del Barghigiano” che comincia a contare numerose pubblicazioni sul nostro passato.
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