Carcere 2010: ancora come in un lager

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Intervista a Francesco Bruno. Il criminologo di fama internazionale, con una lotta denuncia, affronta, il problema degli spazi ristretti nelle carceri italiane ——-Nell’ambito del processo di sviluppo e di autonomizzazione delle regioni meridionali ed in particolare della Calabria, il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi della Calabria, per l’anno accademico 2010-2011, si è fatto promotore di un programma di approfondimento tematico intitolato “Giornate calabresi di formazione allo sviluppo e alla democrazia. Scienze e politiche socio-criminologiche” creando un corso di alta formazione per Educatore professionale per minori a rischio e per l’integrazione sociale scolastica Probation Officer al fine di sensibilizzare alla trattazione di questioni rilevanti per le regioni meridionali.
Chiediamo al Professor Francesco Bruno, criminologo e direttore scientifico, in cosa consiste l’iniziativa.
L’iniziativa si inserisce nel più ampio quadro di una serie di attività tese all’implementazione sul territorio di momenti volti a favorire la formazione di una coscienza economica, politica, culturale e professionale, soprattutto delle fasce sociali più giovani, rappresentanti il futuro del nostro sistema. Considerando come uno dei principali problemi facenti capo al meridione è rappresentato dall’illegalità, accompagnata da una sovra rappresentazione quantitativa e qualitativa dei sistemi criminali, cui segue una compressione degli indici di sviluppo economico e culturale, si vogliono promuovere, con cadenza almeno semestrale, delle giornate di studio e di ricerca applicativa sui punti nevralgici di maggiore interesse operativo“.

L’intento perseguito qual è?
Miriamo a sviluppare un confronto franco di posizioni che coaguli intorno all’iniziativa profili nazionali e locali di alto rilievo culturale. In considerazione del fatto che, tali giornate si inseriscono nel Corso di Alta Formazione per ‘Educatore professionale per minori a rischio e per l’integrazione sociale e scolastica. Probation Officer’, organizzato dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università della Calabria, riteniamo che il primo tema da approfondire debba concernere il carcere e le nuove figure professionali necessarie alla rieducazione ed al reinserimento sociale del detenuto“.

Per capire ci può dare qualche dato?
Al 31 ottobre 2010, l’Amministrazione Penitenziaria registra 68.795 presenze a fronte di una capienza regolamentare pari a 44.962 unità. 25.364 stranieri, 3.013 donne e 898 in articolo 48 O.P. 36.904 sono condannati in via definitiva a fronte di 29.986 imputati (15.111 in attesa di I° giudizio, 8.130 appellanti, 5.047 ricorrenti, 1.698 “misti”). 1.822 gli internati. In particolare, la Calabria dispone di 12 istituti penitenziari per una capienza regolamentare pari a 1.871 unità. Al 31 ottobre 2010, si registrano 3.207 detenuti, di cui 872 stranieri, 53 donne e 23 in articolo 48 O.P. Sul totale delle presenze regionali, si registrano 1.409 pendenze, 743 in attesa di I° giudizio, 368 appellanti, 238 ricorrenti, 60 “misti”, a fronte di 1.797 definitivi. Inoltre, dal 31 dicembre 2009 al 30 giugno 2010 il quantum della popolazione carceraria ha subito un incremento pari a 3.087 unità circa, in media 514 detenuti in più al mese. Se tale proporzione si mantenesse in futuro, entro un biennio potremmo raggiungere le 92.000 unità e tale cifra costituirebbe una forte sfida per un sistema fatto per sopportarne meno della metà“.

Un dramma nel dramma quindi?
Si difatti un universo a se è poi rappresentato dai detenuti che hanno la possibilità di usufruire di misure alternative alla detenzione. Al 30 giugno 2010, si registrano 13.360 ca. soggetti in misure alternative: 7.800 sono affidati in prova (3.512 al Nord, 1.826 al Centro, 2.462 al Sud), 868 in semilibertà (296 al Nord, 184 al Centro e 388 al Sud) e 4692 in detenzione domiciliare (1.849 al Nord, 1093 al Centro e 1.750 al Sud)”.
Il futuro si prospetta come in un lager per i detenuti? Il carcere non doveva servire a risanare e reinserire? Ma “Bomba su bomba” come diceva Venditti loro finiranno fuori come in un blob?

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