Il cedro del paracadutista

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Il grande Cedro, ultracentenario, era ormai, irrimediabilmente, malato. Era l’8 Dicembre 2007 quando l’Amministrazione Comunale di Barga, sostituì il vecchio Cidrus Libani, con una nuova pianta donata dai Paracadutisti Lucchesi dell’ANPd’I, tramite l’allora Comandante della Brigata Paracadutisti “Folgore”, il Generale di Brigata Maurizio Fioravanti. La pianta fu intitolata alla memoria di un giovane paracadutista: Daniele Matelli di Oneta (Borgo a Mozzano), morto tanti anni prima in una notte maledetta per l’Italia e la Folgore. Era il 9 novembre 1971, una formazione di aerei da trasporto C-130 dell’Aeronautica militare britannica carica di Par
acadutisti appena ventenni della brigata Folgore, era diretta in Sardegna per l’esercitazione denominata “Cold Stream” (corrente fredda). Gli aerei militari erano partiti dalla base militare di Pisa S. Giusto ed erano diretti in Sardegna per raggiungere la zona di lancio di Villa Cidro; ogni aereo era contraddistinto da un numero di gesso posto sulla fiancata del velivolo. Uno di questi, non arrivò mai a destinazione. Essendo un lancio tattico, la quota di volo doveva essere bassa per non essere intercettati dal radar e così le secche della Meloria lo inghiottirono. Era il Gesso 4 con a bordo sei aviatori britannici e 46 paracadutisti in servizio di leva effettivi alla 6^ compagnia Grifi. Tra questi anche il giovane Matelli. La Folgore però non dimentica e i paracadutisti lucchesi, ogni anno, portano una corona di fiori presso la sua tomba, al paese natale. Nemmeno Barga dimentica e ora il cedro piantato tre anni fa, porta il nome di quel ragazzo. Alla base i paracadutisti lasciarono il basco amaranto, simbolo del loro valore, che, dice la leggenda, sia intriso del sangue dei fratelli morti. E allora ha ragione il Tenente Colonello Biondi, che fu promotore dell’iniziativa, a dire che “la Memoria buona ci accompagna e ci da la forza di essere all’altezza di chi ci ha preceduto”.

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