Il ponte sulla Loppora e le sue vicende

- 2

Dobbiamo essere lieti che il territorio compreso nelle due Comunità Montane della Valle del Serchio sia stato inserito nel piano regionale di recupero e valorizzazione degli antichi percorsi che si innestavano nella Via Francigena.Rientra in questo piano il restauro del ponte sulla Loppora, posto lungo la strada che collega l’antica Pieve di Loppia con l’abitato di Filecchio, risalendo la ripida via di Solco che confluisce nella via di Seggio ai piedi del colle che ancora conserva i resti dell’omonimo castello medievale.
Il pievano di Loppia Domenico Cestoni il 24 agosto 1706 avvisò le autorità civili che non poteva sacramentare gli ammalati di Filecchio per essere caduto il ponte, richiedendone, in pari tempo, la ricostruzione.
Il ponte era in legno e più di una volta era stato trascinato via dalle acque impetuose del torrente.
Trascorsero una decina di anni e il 4 febbraio del 1715 fu il pievano Giuseppe Ciarpi a richiedere ai Consoli di essere aiutato a rifare il ponte.
Il Consiglio Comunale stanziò 12 lire ma ne occorrevano almeno 48 e tutto rimase in sospeso.
Dopo più di venti anni, mancando ancora il ponte, ma non sappiamo se non ricostruito o nuovamente distrutto, il Pievano di Santa Maria di loppia, scavalcando le autorità locali, il 18 maggio 1737 fece ricorso alla magistratura dei Signori Nove di Pratica del Governo Fiorentino per riavere il “ponte di travi” promettendo “opere in natura dei popolani per minorare le spese”.
Tre anni dopo da firenze venne il consiglio di fare un lavoro più stabile e duraturo ma di un ponte stabile e duraturo non se ne fece nulla visto che nel 1750 si spesero ancora 40 lire per il suo riattamento.
Trascorsero nuovamente molti anni e finalmente, dopo lunghe discussioni per scegliere il luogo dove costruire il ponte di pietra, si decise di farlo in vicinanza della chiesa dove era il precedente, e i lavori iniziarono.
Il 12 maggio 1771 il Consiglio decretò l’ultimo stanziamento di 195 lire per terminare l’opera edificata sotto la sorveglianza del deputato filecchiese Francesco Merrighi.
Gli abitanti di Loppia, che già avevano costruito le fondamenta a loro spese, si rifiutarono di contribuire ancora in denaro offrendosi invece per trasportare pietre ed ogni altro occorrente per fare le spallette protettive e la pavimentazione in lastroni di pietra.
Dopo settanta anni di trepidazioni di quella laboriosa popolazione, nacque così, duecentoquaranta anni fa il sospirato ponte di pietra, quello che oggi saggiamente viene restaurato.

Antonio Nardini, Istituto Storico Lucchese.

 

Tag: , , ,

Commenti

2


  1. Credo che ci sia un errore di battitura.
    L’ultima ricostruzione non risale al 12 maggio 1971, bensì 12 maggio 1771.
    Può essere?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.