Ci sono vite che sembrano romanzi. Ci sono personaggi che (nel corso della parentesi terrena) compiono cose straordinarie, fuori dal comune. I loro gesti, le loro parole, le loro azioni (piccole o grandi che siano) rimangono nella memoria di chi continua il Viaggio. Uno di questi è Bruno Sereni, il fondatore del nostro giornale. Fuggito dal Veneto, dopo la disfatta di Caporetto, approdò a Barga dove si adattò ai lavori più umili. Socialista, allergico a qualsiasi dittatura, quando le camice nere andarono al potere, emigrò a “Nuova Yorke” dove conobbe Gaetano Salvemini (insieme al quale organizzerà il boicottaggio della visita di Dino Grandi al Metropolitan). Amante della libertà combatté in Spagna contro il Caudillo. Poi la Francia (anni bui) e finalmente il ritorno in quella Barga tanto sognata. La sua vita è stata (ri)raccontata da Giulio Simonini nel suo interessante libro “Profili di uomini illustri della Valle del Serchio e Garfagnana” edito da Maria Pacini Fazzi nella collana “Banca dell’Identità e della Memoria”.
Il volume, sostenuto dalla Comunità Montana della Garfagnana, è la raccolta di articoli che Simonini ha scritto per “La Nazione” nel corso della sua lunga vita giornalistica. Ma quella del nostro fondatore ovviamente non è l’unica biografia raccontata nel libro, vi compaiono, infatti, altri illustri barghigiani. Come Antonio Mordini che per l’Italia libera “cospirò, combatte e operò”, uno dei principali protagonisti del nostro Risorgimento. Amico di Garibaldi, lo seguì in Sicilia dove fu proclamato proditatore dell’isola per poi divenire ministro di quell’Italia unita per cui tanto aveva combattuto. L’esistenza di Mariù, la “dolce sorella” di Giovanni Pascoli rivive, invece, nel ricordo della gente di Castelvecchio che rammenta ancora quella donna timida e riservata, con il volto spesso velato da un oscura tristezza che giunse nel nostro borgo con umiltà e umanità e che ora riposa, per sempre, lassù, nella pace arcaica del colle di Caprona accanto a suo fratello. A proposito di Pascoli, nel volume, viene ritratta anche Nelly Lemetti, la bambina prediletta dal poeta, che emigrò a Chicago dove aprì un saloon per poi, tornare (molto ricca) nella sua Valle dove morì alla veneranda età di 108 anni.
E poi c’è Giovanni Moscardini, anzi, “Johnny” come lo ribattezzarono in terra di Scozia, la gloria calcistica di Barga e d’Italia. L’autore ricorda personalmente quando, bambino, vide il suo mito per la prima volta in carne e ossa, in un giorno pieno di sole in cui-insieme ai suoi coetanei- era andato, con gli occhi pieni di ammirazione, a contemplare Johnny allenarsi sul piazzale del Fosso. Simonini, infatti, alcuni di questi personaggi li ha conosciuti personalmente descrivendoli, come dice Vincenzo Pardini nella sua premessa, “non tanto con gli occhi del cronista, ma con quelli dello scrittore che con pochi tratti quasi li fotografa”.
Un libro piacevole e accattivante che merita di essere letto anche per scoprire figure della nostra terra che rischiavamo di dimenticare ma che ora, grazie all’entusiasta lavoro di Simonini, riscopriamo e quindi facciamo rivivere.
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