Natale, Natale, tutti corrono e rincorrono, in ricerca di tutto e di niente. Che senso ha ormai questa festa delle feste? Può darsi che dovremmo cercarlo nel senso dei compleanni in genere? Un compleanno per tutti? Ma una festa del “Sol Invictus” non dovrebbe essere anche un po’ diversa? Dov’è sparita la santa sapienza dei nostri antenati per averlo scambiato talmente con consumo e consumo e compere e vendite? Cosa vendiamo o comperiamo veramente? Felicità? Amore? Non saprei… mi è sfuggito il senso… più che dover regalar qualcosa, vorrei donare quel che sento, quello che approvo, però col dovere non muore anche questo? Appunto il gesto?
Un po’ questo discorso è sempre lo stesso in ripetizione … ogni anno! E’ una dura prova per tutti che vorrebbero dare ancora di più, ma nell’”avere” e nel poter scambiare il denaro nel gesto, spesso trovano disperazione, perché in coloro che hanno poco, l’onore in genere è ancora più grande e pari alla sofferenza del non potere donare ciò che nel controvalore considererebbero assoluto, per confermare quanto amano.
Allora dove ci ha portato questa festa? O dovremmo chiederci dove ci ha portato questo atteggiamento? L’atteggiamento di mercante, perché appunto è questo che abbiamo imparato col passar del tempo e delle generazioni: che il valore in genere è moneta e per questo pensiamo, che logicamente, anche l’amore dovrebbe avere un valore di moneta … Ma lo crediamo sul serio?
Beata la gente che non si affanna in questo modo e che non si sottomette a mostrare e dimostrare quel che ha e non ha e quel che vuole e pensa che sia importante. Se davvero questa è una festa d’amore e gratitudine e se ognuno è degno per qualcun altro di un regalo, allora che ci rivela Natale? Che siamo tutti degni? Che siamo valorosi? Che siamo amati? O che siamo preziosi tutti? Furbo colui che l’ha inventato questo Natale; sapeva nascondere con astuzia una verità dentro un guscio di nocciolo, rivelando a colui che lo scoprisse, un tesoro più prezioso di quello che mai avesse pensato! Il tesoro di avere scoperto di tener in se la stessa luce degna e capace di nascere e di crescere e dar vita allo splendore dorato del ‘Sol’, che per chi conosce la simbologia adottata e trasformata, sa che nient’altro è che Cristo stesso. E così ‘nocciolino’ apri i nostri cuori, che l’acqua che “soltanto l’ occhio più sincero è capace a versare” scorra e guarisca tutte le nostre ferite subite, per farci crescere in felicità.
Michaela Prister ix.chel@freenet.de
Lascia per primo un commento
Lascia un commento