Operazione Fiumi, la campagna nazionale di Legambiente e del Dipartimento della Protezione Civile, ha inaugurato oggi la sua tappa toscana a Barga, con una mattinata interamente dedicata ai ragazzi e al mondo della scuola. Oltre 300 gli alunni dell’istituto comprensivo del comune, che stamattina hanno partecipato all’iniziativa realizzata dall’equipaggio di Operazione Fiumi e organizzata in collaborazione con l’assessore alla Protezione Civile Pietro Onesti e con il Comune di Barga. In piazza Angelio, l’equipaggio di Operazione Fiumi ha incontrato studenti e professori per una giornata dedicata all’informazione sull’emergenza idrogeologica e sulla mitigazione del rischio di frane e alluvioni. I ragazzi sono diventati dei veri e propri esperti di prevenzione, corretta gestione del territorio e delle situazioni di emergenza, grazie a una mostra sul rischio idrogeologico appositamente allestita dagli animatori di Legambiente. E per rendere l’apprendimento più divertente, i volontari del Cigno Verde hanno messo a disposizione dei bambini anche uno speciale gioco dell’oca, i cui temi dominanti sono stati fiumi e rischio idrogeologico.In questa singolare versione del gioco dell’oca, la penitenza arriva quando si cade sulle caselle dei cattivi comportamenti che contribuiscono ad aumentare il rischio idrogeologico, come ad esempio l’edificazione di case abusive lungo i corsi d’acqua o il disboscamento degli argini dei fiumi. Al contrario, si viene premiati quando il dado ci porta sulle caselle dei comportamenti responsabili, che aiutano a contenere il rischio di frane e alluvioni, ad esempio, la pulizia dei corsi d’acqua da rifiuti più o meno ingombranti, o la piantumazione di alberi lungo le sponde.
Così gli oltre 300 alunni che hanno partecipato alla giornata di educazione ambientale targata Operazione Fiumi hanno imparato, divertendosi, quali sono i fattori che aumento il rischio di frane, alluvioni ed esondazioni: abusivismo edilizio, cementificazione degli argini dei fiumi, cattiva manutenzione degli alvei e disboscamento. Non meno rilevante, i bambini hanno capito l’importanza di un piano di emergenza per affrontare le situazioni di allarme. Un semplice gioco quello di stamattina, che ha permesso ai ragazzi non solo di comprendere cosa sia il rischio idrogeologico, ma anche di imparare quali sono i comportamenti da adottare per la salvaguardia di se stessi e degli altri nella drammatica eventualità di una esondazione. “Educare i bambini e i ragazzi al rispetto dell’ambiente e a una corretta gestione del proprio territorio – spiega Paola Tartabini, portavoce di Operazione Fiumi – è fondamentale per far si che i cittadini di domani abbiano piena coscienza delle proprie azioni e delle conseguenze che hanno sull’ambiente. Sempre su una corretta informazione e sull’uso sostenibile del territorio si basa un’efficace politica di prevenzione. Alla prevenzione va accompagnata anche una buona conoscenza del piano d’emergenza studiato dal proprio Comune per fronteggiare le calamità. Sapere cosa fare e dove andare in caso di frana o alluvione, infatti, è fondamentale per mettersi in sicurezza e aiutare gli altri a fare altrettanto- Oltre che in piazza, si è parlato di rischio idrogeologico anche nella sala consiliare di Palazzo Pancrazi, con l’incontro dedicato al piano di bacino del Serchio, al quale sono intervenuti Pietro Baronti, Presidente Legambiente Toscana; Michele Urbano, del Direttivo regionale Legambiente Toscana; Raffaello Nardi, Segretario generale dell’Autorità di Bacino fiume Serchio; Pamela Giani, del Comprensorio bonifica Valle del Serchio; Marco Bonini, Sindaco di Barga e Pietro Onesti, assessore alla Protezione Civile del nostro comune. -Le parole d’ordine di Operazione Fiumi sono sensibilizzare e prevenire – ha spiegato Pietro Baronti – Sensibilizzare sul rischio idrogeologico i ragazzi delle scuole, i cittadini e le pubbliche amministrazioni, e coinvolgere in questa opera anche le associazioni, in particolare quella della Protezione Civile. Prevenire perché agire per mettere in sicurezza il territorio e realizzare una corretta politica di manutenzione dei corsi d’acqua è il modo più efficace per mitigare i danni connessi a eventi calamitosi come frante e alluvioni. Tanto più in una Regione dal delicato assetto idrogeologico come la Toscana.- Raffaello Nardi, ha invece sottolineato l’importanza del Piano di bacino come efficace strumento per affrontare in un’ottica globale la gestione di territori fragili e soggetti al rischio idrogeologico. Tutto con particolare attenzione al sistema fluviale toscano e ai corsi d’acqua Arno e Serchio. Due fiumi che nella storia più e meno recente sono stati protagonisti di drammatici eventi calamitosi, andando a insistere su un suolo caratterizzato da argille, morfologia ripida e alta piovosità. Ancora, Nardi ha sottolineato quali sono le cause principali del dissesto del nostro territorio nazionale: l’abbandono del reticolo idraulico minore nelle aree di pianura, la mancanza di cura sui versanti vallivi, ma specialmente la costruzione nelle aree a rischio. Fenomeno che si è sviluppato a partire dagli anni Sessanta, addirittura attraverso apposite normative, come la “legge Ponte” del 1967, che per rilanciare l’economia derogò per un anno le autorizzazioni per l’edificabilità. Tra le principali cause della fragilità del suolo italiano vanno inoltre citati l’abusivismo edilizio, i condoni e una politica di gestione del territorio che, anziché puntare su prevenzione e pianificazione, interviene quasi esclusivamente in emergenza.
Tag: barga, Comune, protezione civile, lega ambiente, operazione fiumi
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