Pasqua. Pasqua anche nelle tendopoli che ospitano gli sfollati del terremoto in Abruzzo. Difficile parlare di normalità, ma gli sforzi per ricreare le abitudini sono tante.Intanto le ricerche sotto le macerie sono terminate, svelando il drammatico numero di 293 vittime e da domani si procederà allo sgombero delle macerie in vista di un lungo percorso di ricostruzione e consolidamento. Ma oggi è festa,
e da tutta Italia sono giunti nei 32 centri di raccolta dislocati nella provincia dell’Aquila molti “pensieri” perché questa sia comunque una giornata serena. I vigili del fuoco già sabato sera hanno anticipato la festa portando ai bambini un uovo alto quattro metri; sono giunte da Chiavari circa diecimila ostie e 32 bottiglie di vino per la celebrazione dell’eucarestia; mille uova di pasqua sono state regalate dalla Polizia e 500 (oltre a un’offerta in denaro) dal Papa. Da molte parti di Italia, poi, associazioni grandi e piccole hanno inviato dolci e generi alimentari.
Così come la Croce Rossa di Bagni di Lucca, che, partita con 3 mezzi e 9 volontari sabato notte alle 3 ha portato al Campo di San Gregorio 700 uova di pasqua e 140 colombe, oltre che rifornimenti per le cucine da campo gestite dal Comitato Regionale di Lucca della Protezione Civile.
L’iniziativa, avviata privatamente da un cittadino che già aveva partecipato agli aiuti per le popolazioni umbre colpite dal terremoto nel 1997, ha presto coinvolto paesi interi portando alla cospicua raccolta di questi generi di (poco) conforto ma sicuramente apprezzati. Rachele, 7 anni di Ghivizzano, ha donato tutte le uova che aveva ricevuto per Pasqua.
Luca, uno dei volontari partito con la delegazione precisa: “Appena arrivati scarichiamo e ripartiamo; non possiamo gravare, anche per poche ore, anche solo per il pranzo sugli aiuti destinati ad altri.” Perché le risorse sono calibrate, l’equilibrio è delicato, sul campo serve solo chi è davvero necessario.
Buon lavoro, allora, e buona Pasqua.
Tag: abruzzo, croce rossa, terremoto, bagni di lucca
Valter Ghiloni
26 Luglio 2012 alle 14:46
Re: Una mano davanti e una dietro: come finirà la storia dell’ospedale in Valle del Serchio?
Sostengo queste idee da oltre 15 anni. Pronto soccorso efficiente, uno ogni 15/20 Km dall’altro, 15 posti letto per emergenze e elicottero sempre disponibile sul posto.
Per il resto di ospedali bastano Siena, Firenze e Pisa, raggiungibili in poco più di un’ora in caso di emergenza. Con l’elicottero, ovviamente.