Le abbondanti ed insistenti piogge dello scorso gennaio hanno causato anche nel territorio di Barga gravi danni fortunatamente senza provocare vittime.Smottamenti e cadute di alberi sono avvenuti un po’ ovunque, ma il caso più preoccupante si è verificato nella frazione di Sommocolonia, vicino alle abitazioni poste nei pressi della torre, dove è franata una ingente massa di terra.Per motivi di sicurezza alcune famiglie hanno abbandonato le loro case come avvenne -per le stesse ragioni- più di centocinquanta anni or sono.
Il 18 gennaio 1855 iniziò a nevicare con violenza ed il fenomeno si protrasse ininterrottamente per alcuni giorni. Cadde così tanta neve che il 25 e i giorni successivi si dovettero puntellare alcuni tetti del castello di Barga e scaricarne molti altri dalla neve aggravando le difficoltà della circolazione nelle vie interne. Il 28 un freddo intenso ghiacciò il manto di neve che stava sciogliendosi e agli spalatori occorse una settimana per rimuovere lo strato ghiacciato solo nelle vie principali.
Persistendo ancora il cattivo tempo, il 18 febbraio si verificò a Sommocolonia un grosso smottamento nei terreni selvati attraversati attualmente dalla rotabile che conduce al paese, costruita nel dopoguerra.
I terreni danneggiati dalla calamità denominati “ai Campi” e situati di fronte ai “Gasperetti” appartenevano alla famiglia Salvi.
Il movimento franoso, che si arrestò dopo sei giorni, smosse molte migliaia di metri cubi di terra e pietre che si riversarono verso la Corsonna travolgendo vigne, castagneti e alcuni fabbricati rurali.
Vi furono apprensioni anche fra i sommocoloniesi che vivevano nel quartiere della “Bollitola” tantoché si ritenne opportuno evacuare le case di Angiolina Violanti, Iacopo Moscardini, Michele Rinaldi e Francesco Baldini.
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