La battaglia del 26 dicembre 1944 a Sommocolonia

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Pomeriggio del 25 dicembre ‘44, Natale. Il plotone del Battaglione Autonomo Patrioti al comando di “Leone” è appena smontato, ma rimane in paese. Festeggiano il Santo Natale. Il Ten. Sommati, un ufficiale del Regio Esrecito Italiano, che combatte nelle file della XI Zona (assieme a molti altri ex ufficiali e sottufficiali del R.E.I.), assieme al collega americano Ten. Jenkins, ha la percezione che i tedeschi attaccheranno presto. Ci sono precisi segnali rivelatori. Per questo Sommati e Jenkins inviano urgentemente la sera del 25 un messaggio a mano al Comando a Barga, tramite il patriota Corneli Ambrogio detto “Balistite”; gli ufficiali che lo leggono non gli danno importanza e rimandano indietro il patriota messaggero, schernendolo per la
troppa preoccupazione.
L’attacco a Sommocolonia inizia verso le 04,00 del 26 dicembre, con la 3.a Compagnia del 4° Hoch che attacca frontalmente il paese, proveniente dalla strada di Lama. La compagnia incappa involontariamente in un campo minato difensivo la cui posizione era stata variata alcuni giorni prima e che provoca 46 perdite; praticamente più di mezza compagnia, tanto che viene “scavalcata” dalla 2.a Compagnia che attacca dal basso Sommocolonia salendo dalla selva della Mariola.
Alcuni tedeschi sono peraltro riusciti a penetrare il perimetro difensivo del paese già dal mattino presto del 26, dalla parte bassa provenienti da Pruno, approfittando anche della “allentata” sorveglianza che la festività natalizia della sera precedente ha indotto nei soldati di colore della 92.a Buffalo.
Il fragoroso scoppio delle mine nel campo minato, riportato intorno alle 05.00, provoca la decisa reazione dell’avamposto a Monticino tenuto dai patrioti della XI Zona, che dispone di una mitragliatrice pesante Browning. I partigiani combattono accanitamente sul caposaldo impedendo a lungo che le truppe in attacco penetrino da nord.
Questa forte resistenza è degna di rilievo. I patrioti resistono fino alle 10,30 e cadono solo perché colpiti alle spalle dal fuoco che proviene dalla Rocca, ormai conquistata dai tedeschi che rivolgono le armi pesanti americane verso il caposaldo. Vi muoiono in combattimento i partigiani: Casolari Italo, Caselli Riccardo, Minelli Giacomo, Venturelli Albano.
Sono poi i 2 mortai medi da 81 schierati a Sommocolonia in via della Piazzola, nella parte bassa del paese, che reagiscono e aprono fuoco di sbarramento sul davanti delle truppe attaccanti.
Il combattimento in paese è furioso e molto violento. Casa per casa.
I civili si sono rinchiusi nelle cantine delle case, chiamate “fondi”, il cui spessore dei muri portanti protegge i paesani in modo encomiabile. Durante questo attacco muoiono i primi due civili innocenti. Il fatto di sangue avviene al mattino presto. Alle 7 i tedeschi irrompono nelle prime case del paese, in via della Bulitoia, e in una abitazione prima del piazzaletto, Mario Cassettari di anni 29 viene ucciso sulla porta di casa da un soldato che lo centra con un colpo di fucile. Lascia la moglie e due figlie Maria e Lidia. Nella casa accanto un altro soldato spara inutilmente una lunga raffica di mitra attraverso una porta chiusa. I colpi raggiungono il bambino Giuliano Nardini di 4 anni che muore, in braccio alla mamma; altri 7 proiettili feriscono gravemente il fratellino Nardino di anni 11.
Successivamente un partigiano, Giocondo Gonnella di Tiglio detto “Fragolino”, viene sorpreso in una casa in Piazza San Rocco, e ucciso. Verrà gettato dalla finestra della abitazione nella piazza sottostante. Non è veritiera la notizia che viene evirato; nessuno dei testimoni oculari che passano accanto al cadavere, conferma questo particolare.
Sia i tedeschi che gli alleati fanno largo uso delle artiglierie – scoppianti, fumogeni e incendiari – che colpiscono ripetutamente l’abitato, distruggendo oltre il 50% delle abitazioni. I primi per appoggiare il loro sforzo offensivo, gli altri per tentare di fermare l’avanzata. Una intera fascia di 19 abitazioni sotto la chiesa, viene completamente rasa al suolo.
I combattimenti proseguono feroci nel piccolo abitato; l’attacco tedesco progredisce verso la parte più a sud del paese, detta “ Monte” e verso la parte bassa, la “Piazzola” . Ad un partigiano di Ponte a Sestaione Torello Tonarelli, peraltro malato di tubercolosi, vengono attribuiti colpiti oltre 20 soldati tedeschi.
Durante i combattimenti della prima mattinata, perisce in combattimento a seguito del bombardamento il Ten. Pier Donato Sommati, anni 23 di Livorno. Verso le ore 11 muore anche il ten. Jhon R. Fox “Forward Observer” asserragliato nella torre in Rocca. Fox richiede il fuoco di artiglieria al Fire Detection Center del 598th Field Artillery Battalion, schierato a Loppia, dando come ultima correzione la sua posizione che quindi viene colpita dalle proprie artiglierie; verrà ritrovato ucciso sotto le macerie.
Riguardo al ten. Fox, vi è anche la notizia della sua uccisione a opera di tiratori scelti tedeschi della 3^Compagnia del 4° Hoch. Il fatto non è in contrasto con quello precedente. E’ possibile, anzi molto probabile, che siano avvenuti quasi contemporaneamente e comunque non sviliscono affatto la coraggiosa figura del ten. Fox. Con lui decedono colpiti, anche il suo conduttore e il radiofonista.
Assieme a loro, muore dopo un feroce combattimento il collega americano Ten. Jenkins. L’ultima comunicazione radio con il comando a Barga porta il suo saluto per la moglie, il figlio (the kid…) e la mamma.
I nuclei mitraglieri del battaglione Kesserling, schierati già dalla notte precedente controllano la via di accesso della mulattiera, in località “I Fonti”, impedendo la risalita di un plotone di rinforzo mandato dal Comando americano, e colpendo i soldati che cercano di sganciarsi e di ripiegare. Faranno una carneficina.
Una compagnia inviata dal Comando del II Battaglione (e che probabilmente sarebbe stata determinante ndr…) viene “dirottata” dal comando del 370 R.C.T, verso il Monte Vano a protezione del fianco sinistro di Barga, senza peraltro avvertire né il caposaldo di Sommocolonia (che la attende), né il Comando di Battaglione, che è sicuro di aver inviato rinforzi
Questa confusione di ordini e contrordini contribuisce non poco al successo dello sfondamento del fronte da parte delle truppe dell’Asse. Soltanto un piccolo nucleo di patrioti guidati da Antonio Makric “lo Slavo”, riesce a portare aiuto risalendo da Barga. Si attesta in casa Olivieri nella parte bassa del paese. Combatte fino alle ore 11-11,30.
Il patriota Francesco Fontana di Castelvecchio Pascoli, arruolato da poco nella formazione della XI Zona, dopo aver colpito un ufficiale tedesco, mentre cerca di recuperare la sua pistola, rimane ferito a morte da una scheggia di granata alla gola.
Assieme ad altro patriota detto “Balilla”, lo “Slavo” approfittando della conoscenza della lingua tedesca, trarrà in inganno numerosi tedeschi che affacciandosi in cima alla via della Piazzola cadono sotto le fucilate dei due patrioti. Si ritirano ormai praticamente circondati, verso le 13. In serata con il buio esfiltrano anche 18 americani superstiti.
Nella tarda mattinata un proiettile incendiario centra una casa in località detta “Monte”, dove perisce l’intera famiglia di Giuseppe Moscardini detto “il Cascianella”; insieme a lui muore la moglie Nella di 30 anni, la figlia Anna Maria di 11, Dante di 7, e Lido di 12 mesi; sopravvive solo il piccolo Franco.
La maggior parte degli abitanti di Sommocolonia con il parroco Don Fredianelli, nel pomeriggio sfolla nei campi in Merizzacchio e nei metati sottostanti, fino al Mulino dei Gasperetti.
La battaglia di Sommocolonia, termina nella prima serata con oltre 130 caduti tra tedeschi, americani partigiani e civili; 18 soldati americani riescono fortunosamente a filtrare con il buio le attraverso le linee e ricongiungersi a Barga. Una quarantina sono i dispersi. 10 i soldati americani prigionieri.

La foto è tratta dall’archivio N.A.R.A.: si vedono soldati americani impegnati in combattimenti nelle colline attorno a Sommocolonia

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