Con il termine giapponese kodokushi (letteralmente “morte solitaria”) si indica la morte in solitudine di una persona. In Giappone il fenomeno è diventato uno dei maggiori problemi nazionali.
E’ così lontano il Giappone, eppure nella così tranquilla ed anche in linea di massima agiata Barga, succede anche questo.
Una casa ce l’aveva, ma ha vissuto buona parte dei suoi 51 anni come un homeless che puoi trovare nelle grandi città. Quasi, o forse sicuramente, una scelta la sua. Nello stesso modo se n’è andato G.D.P. di Barga, ritrovato davanti l’uscio di casa senza vita dopo due giorni dalla morte avvenuta per cause naturali, forse per un infarto. Se n’è andato da solo come da solo ha vissuto buona parte della sua vita.
A ritrovarlo un vicino di casa che dopo non averlo visto per qualche tempo girovagare per Barga, come era solito fare, si è recato verso l’abitazione fatiscente in cui abitava e lo ha trovato davanti alla porta di casa.
Tutti lo conoscevano. Non era insolito vederlo in giro, schivo e silenzioso, barba e capelli incolti.
A lui merita oggi tributare il ricordo che si merita ogni persona che ha avuto il coraggio di vivere a suo modo questa vita terrena. E la sua morte così solitaria servirà forse a ricordare che anche in questa piccola valle dell’Eden, come la definì il Pascoli, c’è tanta gente che, volente o nolente, vive una vita di solitudine, lontano dagli schemi sociali comuni.
Tag: homeless, kodukushi, morte solitaria
Bertoncini Luca
25 Ottobre 2015 alle 15:00
R: La Morte solitaria
Ho letto con tristezza la storia di quest’uomo che probabilmente conoscevo. Perché omettere il suo nome? Sembra quasi di volerlo coprire come una vergogna. Era talmente ” homeless” da non poterlo neanche nominare? qualche parente si sentirebbe offeso? O è una questione di privacy? Diamo dignita a questa persona ( chiunque egli sia) citando il suo mome di cui forse andava fiero.
Anonimo
26 Ottobre 2015 alle 9:29
Privacy
Ciao Luca, e grazie della domanda. La nostra è stata esclusivamente una scelta dettata dalla privacy. Da quello che ci impone, giustamente, la deontologia professionale in questi casi.
Luti Giuseppe
28 Ottobre 2015 alle 15:50
R: La Morte solitaria
Lo dico con grande rammarico. Ma allora per sapere le notizie, anche un semplice nome, di una persona scomparsa, sia pure in malo modo quasi dimenticata, ma che era parte integrante della vita del nostro “paesino” dobbiamo avere un aiuto solo dai “social”. Molto deprimente. anche per chi è morto. Anche in circostanze come è morto questa persona. Che nonostante tutto era benvoluta da tutti. Solo considerata un po’ fuori dalle righe. (e chi dice che fuori dalle righe non siamo noi? di esempi ce ne sono a migliaia. Anche recenti).Giuseppe Luti – 28-10-2015 – ore 15.45.*
Luca Galeotti
28 Ottobre 2015 alle 16:53
Facciamo così Giuseppe…
Facciamo così Giuseppe… vieni qui in redazione. Ti passo lo scettro di direttore responsabile, ok? Poi decidi tutto tu come si fa il Giornale e magari ti pigli anche eventuali querele… ok?