Quel che è certo, dopo la lunghissima ed affollatissima serata di lunedi sera al Cinema Puccini, organizzata dal movimento ambientale La Libellula per far valere e rinforzare le ragioni del no ad un eventuale ipotesi di realizzazione di un pirogassificatore alla KME di Fornaci è che è, e sarà difficile à trovare un dialogo tra le parti. Tra il movimento ambientalista e popolare che ieri sera ha indubbiamente dimostrato la sua forza e che sostiene le ragioni del no al progetto di rilancio di KME se questo passerà attraverso il pirogassificatore (un no convinto e deciso che non ammette replica), e la posizione invece dell’azienda, (presente all’incontro con il suo amministratore delegato, Claudio Pinassi, secondo la quale il pirogassificatore si farà dopo che saranno state fatte tutte le verifiche del caso e solo se ci saranno garanzie per la sicurezza ambientale) per la quale la strada da percorrere se si vuole attuare un rilancio serio e concreto della fabbrica è appunto quella di sfruttare l’ipotesi pirogassificatore per produrre l’energia necessaria alla produzione.
La possibilità di un confronto tra le parti, tanto auspicata dal sindaco Marco Bonini durante la lunga serata si è indubbiamente scontrata con due visioni diametralmente opposte di una questione che comunque è lungi dall’essere definita in poco tempo come ha spiegato proprio lo stesso AD di KME Pinassi. Ci vorranno ancora un po’ di mesi per avere un progetto su cui ragionare in mano, ha detto. Fino ad allora si ragionerà sul nulla come ha ribadito proprio uno dei sostenitori principali del no al pirogassificatore, Rossano Ercolini del progetto Zero Waste, per l’abbattimento a zero di tutti i rifiuti, secondo il quale KME sta prolungado troppo la questione, senza realmente portare dati concreti su quello che intende fare: “dilettanti allo sbaraglio” ha definito Ercolini KME ed i suoi dirigenti; che non sanno quello che stanno facendo in un settore complesso come quello dei rifiuti.
“Mi sento di contestare fermamente il pensiero – ha chiarito l’AD di KME Claudio Pinassi – per cui la nostra azienda, qua in valle, voglia imbrogliare, avvelenare o addirittura uccidere qualcuno”.
Il progetto consiste nel rilanciare lo stabilimento partendo dal miglioramento delle tecnologie, partendo dal passaggio dalla fusione e a gas riconvertendo ai forni elettrici e quindi c’è bisogno solo e solamente di autoprodurre il nostro fabbisogno energetico.
“Attualmente stiamo valutando un sistema di auto generazione di energia elettrica che ci porti a poter raggiungere gli obiettivi di almeno 80 mila tonnellate di produzione di rame e di leghe che servono a rendere lo stabilimento competitivo sul mercato. L’unica cosa certa e su cui si basa tutto il nostro ragionamento è che comunque sia quello che si andrà a fare dovrà avere un impatto ambientale inferiore a quello attuale . Comunque sia, qualunque sarà la soluzione che andremo a proporre, noi non saremo mai concorrenti del progettò Ecopulplast (il progetto innovativo presentato da Rossano Ercolini e che prevede di recuperare lo scarto del pulper per produrre pallet di plastica di cui poi parleremo dopo ndr)”
“Non siamo qui per guadagnare aumentando la mortalità di una comunità – ha aggiunto – Noi siamo per la salvaguardia di lavoro e salute. Per noi valori sacri. Vi assicuro che tutto quello che facciamo e faremo potrà essere fatto più o meno bene, potrà essere una scelta non corretta, ma che si voglia salvaguardare salute ed ambiente non ci sono dubbi.
Pinassi si è detto in totale disaccordo con il prof. Connett, uno dei relatori della serata, quando ha affermato (poi lo vedremo) che non esistono impianti efficienti di pirogassificazione e che proprio sugli impianti in funzione si sta basando la valutazione di questo progetto.
“Questo è un progetto che dobbiamo ancora decidere se lo portiamo avanti o no – è stata una delle ultime battute dell’intervento di Pinassi che ha chiuso l’accesissima serata caratterizzata anche da lungo dibattito – Lo accetto di essere definiti dilettanti allo sbaraglio, ma non è una cosa che si fa in qualche settimana valutare un progetto come questo e non è detto che si faccia alla fine. Ma se poi alla fine realmente non si farà non sono convinto che la soluzione alternativa (riaccendere e sviluppare la produzione sui vecchi forni a gas ndr), sia alla fine migliore in termini ambientali. Disponibile comunque a tutti i monitoraggi possibili di aria ed emissioni compreso il monitoraggio delle fonti delle diossine”.
Già, la questione diossina. Tra gli esperti che hanno preso la parola durante la serata Paul Connett attivista ambientale di lungo corso che ha parlato degli aspetti negativi dell’incenerimento, ma anche di quelli, sicuramente peggiori, ha aggiunto, della gassificazione. Nel lungo intervento ha spiegato i mali legati ad impianti di questo tipo fortemente inquinanti. Ha insistito che ovunque sia stato realizzato un impianto di questi tipo si è fallito e si è dovuti tornare indietro.
ha anche detto durante i suoi interventiche la fonderia andrebbe chiusa se brucia la plastica dei cavi di rame perché così si sprigiona diossina.
Comunque sia, sull’ipotesi pirogassificatore, nel suo intervento conclusivo Rossano Ercolini ha sottolineato e ribadito che “stiamo parlando dell’oroscopo; perché non c’è nulla. Il rischio è che per anni si parli del nulla. C’è o non c’è questo progetto? Che cosa si intende fare? Non si può confrontarci ancora se non c’è un progetto. E non intendiamo partecipare a nuovi confronti fino a che non ci sarà un progetto
L’ambiente e la salute comunque – secondo Ercolini – non uscirebbero di certo rafforzati da una ipotesi del genere e comunque sia adesso c’è invece bisogno che sul territorio e su questa popolazione ci siano indagini ed azioni per risanare uno stato di salute compromessa dalla presenza industriale”.
Tra le due parti in causa la posizione del sindaco del comune di Barga, Marco Bonini che ha ribadito una posizione nota da tempo, ovvero attendere che ci sia un progetto definitivo, che sia valutato dalle autorità proposte ed addirittura affidato dal Comune alla valutazione di un esperto superpartes, per esprimersi definitivamente per il sì o per il no. Per una decisione che comunque non vedrà mai da part del comune scambiare il rischio della salute dei nostri cittadino per i posti di lavoro.
Nel frattempo entro febbraio verrà installata a Fornaci una centralina mobile di rilevamento dell’aria per una più attenta valutazione ambientale che servirà per la valutazione più approfondita insieme allo studio di un progetto dettagliato dell’azienda legato anche al piano industriale che si intende portare avanti. Una valutazione che dovrà riprendere anche gli studi epidemiologici che proprio durante la serata sono stati presentato dal prof. Annibale Biggeri e che si riferiscono ad indagini dei dati fino a qualche anno orsono, ma che devono essere ripresi e divenire più rispondenti alla situazione attuale.
“Fughe in avanti – ha detto il sindaco – sarebbe bene che non c’è ne fossero per ora, ma solo una seria ed esatta verifica della realtà. Dobbiamo trovare il sistema di far lavorare le parti insieme, salute e lavoro. Ma non siamo disponibili a scambiare l’uno per l’altro in nessun caso”.
L’assemblea si è svolta ieri sera in un cinema Puccini da posti in piedi. Completamente gremito e con gente anche fuori. Con una forte presenza di popolazione, ma anche di lavoratori di KME, di sindacalisti ed anche di politici tra cui l’assessore regionale Marco Remaschi ed il consigliere regionale del 5 stelle, Giacomo Giannarelli.
Dopo il primo cittadino, la parola è passata ad un rappresentante del gruppo organizzatore dell’evento, “La Libellula”, che ha descritto le origini del movimento tra le altre cose ha dichiarato: “Ci teniamo a ribadire che la nostra ottica non è, e non sarà mai, in contraddizione con l’occupazione locale. Crediamo però che ci sia un’industria “pulita” e una più “sporca”, con la quale però vogliamo dialogare. Non vogliamo assolutamente alimentare contrapposizioni tra i lavoratori dei vari settori, ma vogliamo sempre e comunque basarci sull’informazione scientifica”.
L’informazione scientifica a sostegno delle ragioni del no al pirogassificatore è venuta appunto per bocca del prof. Annibale Biggeri, dell’ambientalista Paul Conmnect e di Rossano Ercolini
Biggeri ha riportato le sue indagini scientifiche da subito riprese dal Movimento La Libellula sull’incidenza magiore in Media Valle rispetto alla media regionale di tumori ai polmoni, di malattie cardiorespiratrorie gravi ed anche sulle malattie renali legate indubbiamente alla forte industrializzazione di una Valle che peraltro per morfologia male si presta a smaltire gli agenti inquinanti prodotti dalle industrie.
Paul Connett, ha parlato, come detto, prima degli aspetti negativi dell’incenerimento e della pirogassificazione: l’incenerimento non è positivo per il turismo; gli inceneritori emettono sostanze molto tossiche e fortemente nocive; bruciare rifiuti produce diossine che producono notevoli conseguenze non solo su adulti, ma anche sulla crescita e lo sviluppo dei bambini.
“L’azienda che vuole progettare di costruire un pirogassificatore a Fornaci non lo ha mai sperimentato in altre parti del mondo e vi sfido a trovare nel mondo impianti che funzionano – ha detto tra le altre cose – A voi spetterebbe quindi il ruolo di cavie. Non vi fate ingannare, non fate diventare Barga una città della discarica”.
Rossano Ercolini come detto ha illustrato la via alternativa al riutilizzo del pulper di cartiera il progetto Eco-Pulplast incentrato sul recupero sostenibile in Lucchesia dello scarto industriale non differenziato.
Secondo Ercolini con la produzione di pulper di scarto delle cartiere si potrebbe alimentare ampliamente questo progetto, mentre invece questo pulper non basterebbe a produrre l’energia necessaria per alimentare i forni di KME.
E comunque sia: “meglio recuperarla la materia, invece dui bruciarla per produrre energia”
A sindaci ed amministratori ha chiesto, vista la campagna elettorale in corso, di prendere una posizione netta sulla vicenda “Senza stare, per convenienza, con un piede in due scarpe.
La parte finale dell’incontro è stata dedicata appunto agli interventi anche molto accesi del pubblico con quelli tra gli altri di Marco Bertoncini, amministratore della pagina Facebook “No al pirogassificatore a Fornaci di Barga, Claudio Capitani, Giacomo Giannarelli, Alessandro Adami, dipendente di Kme, Luca Menghinelli facente parte del comitato contro Alce di qualche anno fa, Mauro Andolfo…
In mezzo gli interventi dell’ASD di KME Pinassi, del sindaco Marco Bonini ed i botta e risp0osta tra le ragioni del sì e del no al pirogassificatore con un dibattito che si è prolungato fino a notte tarda.
Conclusione finale? Difficile riassumere ma comunque parti sempre più distanti; con la consapevolezza di tutti che fino a quanto non si ragionerà su unb progetto concreto non si potrà andare avanti sulla discussione e su quello che si potrà fare per il futuro della Valle del Serchio, sia dal punto di vista ambientale che di rilancio economico.
Tag: la libellula, pirogassificatore, puper, annibale biggeri, kme, claudio pinassi, zero waste, paul connett, rossano ercolini
Francesco Su.
23 Gennaio 2018 alle 15:39
Intanto alla provocazione , i cittadini sono incompetenti nel settore di smaltimento rifiuti è falso ,diciamo la verità ,i cittadini sono stufi di essere presi in giro .questa è la competenza dei cittadini ,del resto come si possono biasimare visto che sono decenni che subiscono e respirano fumo di codesta ditta kme ,e riprendono indietro solo briciole della ricchezza prodotta.
Francesco Su.
23 Gennaio 2018 alle 15:42
Visto anche l’incompetenza come si dice , rispondi la kme di tutta l’acqua pura che usa ,e come la restituisce a questa vallata , poi in seconda si puo parlare del resto .
Roberto Conti
23 Gennaio 2018 alle 19:13
Io non sono all’ altezza di avere un’ opinione sul fatto se un pirigassificatore è pericoloso o meno e se vada costruito o meno, ma siccome vivo in un Paese democratico, dove vigono le leggi e dove esistono degli organi pubblici che hanno la competenza di giudicare se ci sono i requisiti di legge, onde rilasciare o meno i permessi, mi adeguerò ad ogni decisione che verrà da loro presa in proposito (è troppo comodo rispettare o meno le leggi a seconda se queste ci piacciono o no!!!)
In quanto ai cosìddetti, esperti questo Paul Connet; ambientalista yankee che ha voluto sottolineare, più volte, come negli USA questi impianti non esistano e come l’ unico costruito sia sia stato chiuso, senza però specificare come nel suo Paese, che ricordo essersi rimangiato la parola uscendo dal trattato sul clima di Kyoto, le lobbies del carbone e del petrolio impediscano ogni tentativo di usare fonti energetiche alternative e che pare pensi che Copenaghen, anzichè essere la capitale della Danimarca, membro della UE, sia un villaggio del South Dakota o del Wyoming; e questo Rossano Ercolini; che ha dato l’ impressione di tenere di più ai volumi di pulper di cartiera da destinare al suo “progetto/businnes” di produzione di pallet con Selene SPA, che all’ effettivo problema dell’ impatto ambientale; però, onestamente, non mi hanno convinto molto.
Luca M
24 Gennaio 2018 alle 22:36
Credo che siamo stati tutti tratti in inganno, in primo luogo non è intervenuto nessuno in rappresentanza dell’associazione Industrie Cartarie,mentre per il caso Alce spa Assocarta ribadiva continuamente il suo interesse. L’intervento dell’AD di KME è stato significativo, ha spiegato come sia tutto una Chimera, ovvero dichiarando di voler passare da una produzione di 50000 tonnellate a 80000 per essere competitivi sul mercato!!!
Per vedere fare ciò KME necessità di ingenti spese energetiche che pensa di coprire facendosi pagare per smaltire il rifiuto delle cartiere.
Aumentando la produzione il Signor AD Claudio Pinassi non farà altro che incrementare la “Caduta Tendenziale del Saggio di Profitto” e KME in pochi mesi sarà nuovamente fuori mercato e magari per restarci chiederà il Pinassi chiederà di bruciare altri rifiuti.
Ma poi siamo sicuri che il distretto cartario voglia conferire fanghi di pulper a KME???
Lucart ad esempio lavora già ad un progetto simile a quello di Rossano Ercolini e riciclando tetrapack ottiene alluminio e plastica con cui produce Pallets
Comunque ciò che il Pinassi ha detto chiaramente è che KME è fuori mercato e di molto e a mio avviso questo fantomatico progetto serve solo a prendere tempo,a confondere e dividere cittadini e lavoratori
Valter Ghiloni
25 Gennaio 2018 alle 21:52
Vedo che Luca M ha centrato il problema. Stanno cercando un responsabile per poter azzerare il tutto. E ci stanno anche riuscendo. Non è un problema, avanti, quell’impianto non s’ ha da fare.